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Fase 2

Il liutaio di via Pignolo Matteo Pontiggia: “Di nuovo al lavoro per onorare Bergamo”

Per 12 anni la saracinesca del suo laboratorio non si era mai abbassata: "Ora è il distanziamento fisico che dobbiamo rispettare, ma delle relazioni umane ne avremo sempre bisogno”

I liutai sono artigiani che costruiscono nuove possibilità. Di ogni tipo: possibilità di imparare, di scoprire, di essere felici. Matteo Pontiggia, liutaio dal 1999, è uno dei tanti artigiani che ha dovuto interrompere la propria attività a seguito del lockdown. Per due mesi le serrande della sua bottega in via Pignolo a Bergamo sono state chiuse, ogni progetto lasciato in sospeso. “È ormai da vent’anni che faccio questo lavoro, quasi sette giorni su sette – racconta Matteo – Questo mestiere è la mia vita”.

Per chi ha la fortuna di trasformare la passione più grande in un mestiere è difficile imparare a convivere con una nuova normalità. Per dodici anni la saracinesca del laboratorio non si era mai abbassata, qui dal 2007 Matteo costruisce e restaurata violini, viole, violoncelli, chitarre, mandolini, ogni tipo di strumento a corda. Fiero del suo essere bergamasco, ha deciso di stabilire la propria attività nella strada in cui è nato e cresciuto.

Ora finalmente la vetrina della bottega è visibile ai passanti, un violino disteso con sopra lo skyline danno nuovamente il benvenuto ai clienti. “È come se il tempo non fosse mai trascorso, come se fossi stato in bottega il giorno prima”. Il ritorno in via Pignolo per Matteo è stato una grandissima emozione. “Ho aperto la porta, e tutto è tornato come prima: il profumo del legno, gli odori, la vista degli strumenti. Questa è la mia quotidianità”.

liutaio Matteo Pontiggia

La distanza ha solo confermato la passione di una vita intera. Ma la saracinesca finalmente rialzata ha sicuramente portato allo scoperto le ferite degli ultimi due mesi. “Stiamo vivendo un momento tragico. Nel momento in cui ho messo di nuovo piede nel laboratorio ho capito quanto sono fortunato, ma allo stesso tempo mi sono tornati in mente tutti gli attimi di preoccupazioni e di dolore per amici e parenti che sono stati malati o che purtroppo ci hanno lasciato”.

Nella vita di ogni liutaio c’è il lavoro a mano, fatto di attese e tanta pazienza, ma c’è anche il rapporto con gli artisti, che “non sono semplici clienti”. Quello tra artigiano è strumentista è un legame che può durare una vita professionale intera, si instaura un patto di fiducia che è sacro. “In questi giorni sento sempre parlare di distanziamento sociale, ma credo che si stia affrontando la questione nel modo sbagliato: è il distanziamento fisico che dobbiamo rispettare, mentre delle relazioni umane ne avremo sempre bisogno”.

La Fase 2 ha consentito il ritorno alla quotidianità lavoratori di molte persone dopo settimane di stop necessario. “Ritornare per me al lavoro è come dare un senso a tutta questa sofferenza, è onorare la mia città”, spiega Matteo. “Rimboccarsi le maniche e fare sempre del nostro meglio sono caratteri del nostro DNA. Il mio augurio più grande è che Bergamo torni a essere quella di sempre”.

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