Il Comune di Bianzano vieta “a chiunque l’installazione e l’attivazione sul territorio di impianti con tecnologie 5G e sue varianti”. È quanto stabilito nell’ordinanza firmata il 5 maggio dal sindaco Nerella Zenoni, che nel provvedimento parla di tecnologia “potenzialmente pericolosa” e dai possibili “effetti nocivi” sulla salute.
Il sindaco si appella al “principio di precauzione” (nell’ordinanza c’è un richiamo alla mancanza di studi preliminari sulla valutazione del rischio sanitario) citando tra gli altri un documento pubblicato dalla Commissione Europea secondo il quale “il 5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche”.
Un’ordinanza molto simile a quelle già emanate da altri sindaci del nord Italia, ma perché proprio Bianzano? Il paese al confine tra le valli Cavallina e Seriana rientra nell’elenco dei 120 piccoli Comuni selezionati per usufruire della tecnologia, rientranti in aree considerate a forte divario digitale. “Ricordo di aver appreso la notizia dai social network – commenta il sindaco Zenoni – comunicazioni in municipio non ne sono mai arrivate. Inoltre, ho letto diverse relazioni sull’argomento e gli aspetti negativi mi sembrano più di quelli positivi. Per questo, in via precauzionale e in attesa di chiarimenti, ho deciso di emanare questo provvedimento”.
Nello stesso elenco compare un altro paese bergamasco, Oltressenda Alta. Diverso l’approccio del sindaco Giulio Baronchelli che (dopo avere ricevuto dai cittadini “numerose richieste di informazioni e contestazioni”) ha chiarito che per ora “nulla è stato richiesto, autorizzato o eseguito sul territorio comunale né su iniziativa delle istituzioni, né degli operatori telefonici interessati ad accaparrarsi le frequenze”. Non solo: “Da un’attenta lettura della delibera dell’Autorità Garante per le Comunicazioni – aggiunge – emerge che queste richieste potrebbero ipoteticamente anche non arrivare mai”.
Le fake news sul 5G
Sui rischi connessi all’utilizzo del 5G la comunità scientifica resta scettica e di evidenze, al momento, non ce ne sono. Negli ultimi mesi, tuttavia, la tecnologia è stata al centro di alcune teorie complottiste, una su tutte quella che correlava (senza alcuna prova scientifica) la diffusione del 5G all’epidemia di Coronavirus. La tesi? Le nuove onde elettromagnetiche indebolirebbero il sistema immunitario favorendo la diffusione della malattia. Una fake news – come l’hanno definita le autorità competenti – che nel Regno Unito ha spinto molte persone ad incendiare e vandalizzare le antenne 5G.
commenta