Era la mattina dell’otto aprile dello scorso anno quando a Bergamo arrivava un triste annuncio: nella sua casa di Monza si era spento a soli 60 anni, dopo una lunga malattia, il procuratore generale Walter Mapelli.
Non un fulmine a ciel sereno, purtroppo, pensando a quel brutto male contro il quale stava combattendo da quasi due anni, ma comunque una notizia drammatica per il dolore della sua famiglia, la moglie Laura e i figli Francesca e Marco, e per la caratura umana e professionale mostrata da Mapelli negli uffici di Piazza Dante.
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Un vuoto che a distanza di oltre dodici mesi non è ancora stato colmato. Il posto di Mapelli è stato preso provvisoriamente dal suo vice, Maria Cristina Rota, che qualche mese prima era stata nominata procuratore aggiunto dal Consiglio Superiore della Magistratura.
Ma Bergamo è una realtà molto impegnativa da gestire e negli ultimi due mesi, con l’emergenza Covid, lo è stata in modo particolare. A partire dalla realizzazione di protocolli con gli avvocati e con gli altri uffici giudiziari per le lunghe e faticose udienze da remoto. Una bella sfida, anche perché per ragioni di sicurezza il Ministero della Giustizia non offre grandi possibilità di smart working.
Senza contare che il lavoro per i magistrati bergamaschi non è diminuito, anzi, è aumentato, non solo per le delicate indagini in corso sull’ipotesi di epidemia colposa all’ospedale di Alzano e nelle Rsa. Sono diminuiti i reati da strada, ma non gli altri. L’attività giudiziaria è proseguita, soprattutto per la Procura che si occupa di indagini e quindi è interessata solo relativamente dalla sospensione delle udienze.
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Ci sono poi i rapporti con l’Ats per l’organizzazione dei test sierologici e dei tamponi, otre che il difficoltoso reperimento dei dispositivi di protezione per i pm, alcuni dei quali sono stati contagiati.
Il Csm nel dicembre scorso aveva indicato Antonio Angelo Chiappani, 66 anni, dal 2014 a capo degli uffici giudiziari di Lecco, come favorito nel ruolo di nuovo procuratore generale di Bergamo.
Chiappani, bresciano di Orzinuovi, ha trascorso otto anni nell’antimafia e altrettanti nell’antiterrorismo, con una parentesi ai reati economici.
Il suo insediamento a Bergamo però, a distanza di tredici mesi dalla scomparsa dell’ex capo Mapelli, non è ancora stato ufficializzato.
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