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Dentro l'emergenza

Covid 19, i pediatri di famiglia: “Il tampone unico modo per abbattere la trasmissione del virus”

I pediatri di Famiglia e Pediatri delle Province di Brescia, Milano, Lodi, Bergamo e Cremona: "Cosa non è stato fatto e cosa dobbiamo fare perché l’epidemia non torni a dilagare"

Pubblichiamo una nota diramata dai Pediatri di famiglia di Brescia, Bergamo e Milano che spiegano le difficoltà di questi mesi e suggeriscono l’unico modo per abbattere la trasmissione del virus: il tampone. 

Siamo un gruppo di Pediatri di Famiglia di Brescia, Bergamo e Milano che, nei giorni bui del massimo contagio in Lombardia, hanno condiviso insieme alle famiglie dei nostri piccoli pazienti la più grande criticità della medicina territoriale: l’impossibilità di diagnosticare l’infezione da coronavirus sul territorio.

I pediatri di famiglia e i medici di medicina generale sono stati privati della possibilità di richiedere l’esecuzione del Tampone Nasofaringeo, l’unico esame in grado di permettere la diagnosi di infezione da Covid-19 e di conseguenza indurre a testare i contatti e isolare quelli risultati positivi anche se asintomatici. Sono proprio questi pazienti infetti, paucisintomatici o asintomatici, non
diagnosticati, una delle cause della diffusione del contagio, come suffragato da tutte le evidenze scientifiche. Tutti i medici del territorio concordano che i casi ufficiali denunciati di Covid-19
rappresentino solo una piccola parte dei casi reali, la punta di un iceberg che è rimasto sommerso.

L’assenza della possibilità di porre diagnosi sul territorio, con la conseguente impossibilità di circoscrivere i contagi, è stato uno dei motivi, secondo noi fondamentale, per cui nella Regione
Lombardia ci sono stati migliaia di contagi e morti per Covid-19. Per quanto riguarda i bambini, in Lombardia, l’unica possibilità per poter fare loro un tampone è quella del ricovero, tuttavia ci sono bambini che non hanno bisogno del ricovero, ma che hanno assoluto bisogno di essere diagnosticati per loro stessi e per i loro familiari.

Anche dopo la prima tremenda fase dell’epidemia non è stato organizzato un potenziamento della rete territoriale, come invece è avvenuto in altre regioni. Le Usca (Unità Speciali di Continuità
Assistenziale) potevano essere un grande strumento per portare diagnosi, attraverso l’esecuzione di tamponi nelle famiglie in quarantena, ma tale ruolo non è stato loro attribuito. Bisogna che venga data ai Medici di Medicina Generale e ai Pediatri di Famiglia la possibilità di prescrivere i tamponi, bisogna organizzare ambulatori territoriali dedicati.

Spetta ai medici del territorio e quindi anche a noi Pediatri di Famiglia il compito di essere promotori operativi di sorveglianza attiva, perché l’epidemia si controlla sul territorio e non in ospedale.
I tamponi andrebbero prescritti ed eseguiti a tutti i casi sospetti che non richiedono ricovero in ospedale e ai contatti dei contagiati, anche se asintomatici, perché il 45% circa di questa
popolazione nei casi in cui è stata studiata è risultata avere tampone positivo.

Questo è l’unico modo per abbattere la trasmissione del virus.
In queste ultime ore si sta cercando, in parte, di affrontare questa criticità per la popolazione adulta ma ancora nulla è stato fatto per la popolazione pediatrica.
Nella fase 2 di riapertura parziale che è stata avviata, ci saranno molte più occasioni di trasmissione del virus. Diventa pertanto indispensabile e urgente, che venga concessa ai medici del territorio, Medici di Medicina Generale e Pediatri di Famiglia, la possibilità di prescrivere Tamponi (con modalità articolata da concordare con le ATS) per poter porre diagnosi nel più breve tempo possibile e frenare il riemergere di focolai attivi. Bloccare il diffondersi dei contagi è senza dubbio l’azione più importante ed urgente.

Parallelamente, occorre costruire con le ATS e le Pediatrie Ospedaliere un percorso dedicato alla popolazione pediatrica per diagnosi e cura del bambino sintomatico o sospetto Covid e anche un
percorso, ben ragionato, di sorveglianza immunologica nei bambini.

Firmano la lettera Pediatri di Famiglia e Pediatri delle Province di: Brescia, Milano, Lodi, Bergamo e Cremona

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