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L'intervista

Stefano Valtulini: dalle due ruote alla quarantena forzata

"Mi sono creato in casa una piccola palestra dotata di rulli per la bici, di tapis roulant e di pesi, così da potermi tener pronto in vista della ripresa. Ci vorrà un pochino più di tempo per ritrovar il feeling perché quando si sta fermi così a lungo, non è semplice rientrare".

La velocità è uno delle parti principali del DNA di un motociclista: in grado di farti provare l’ebbrezza del rischio, essa ti consente di superare la paura delle curve e di rimanere concentrato anche quando il rilevatore supera i 200 chilometri orari.

Stefano Valtulini ha imparato a conoscerla sin da bambino e, grazie alla sua passione per le due ruote, è riuscito a realizzare anche il proprio sogno: partecipare a una gara del Motomondiale. Negli ultimi mesi il Coronavirus ha però stravolto i piani del pilota di Calcinate che non ha perso la voglia di lottare per la vittoria.

Stefano Valtulini, com’è nata la sua passione per il motociclismo ?

È nata all’età di sette anni quando ho ricevuto in regalo dalla mia famiglia una mini-moto.

Ripercorrendo la sua carriera, nel 2012 ha fatto il suo debutto nel Motomondiale. Quali sono state le sensazioni schierandosi in griglia?

Arrivando in un palcoscenico del tutto nuovo, le emozioni sono state moltissime. È stato difficile intraprendere il week-end in quanto era possibile notare parecchie differenze rispetto al Campionato Italiano come la grande presenza di pubblico e l’opportunità di veder a bordo pista gareggiare i migliori piloti al mondo.

Nel 2015 ha invece gareggiato nel campionato spagnolo con il team SIC58 Squadra Corse, qual è il suo rapporto con la famiglia di Marco Simoncelli?

Ho sempre avuto un bellissimo rapporto con i suoi genitori, in particolare con il padre. Nonostante fossero anche loro al debutto nella categoria, Paolo ci ha trattato come figli, offrendoci gli stessi consigli che avevano permesso a Marco di crescere agonisticamente.

L’anno successivo ha invece disputato il Mondiale Moto 3 con il Team Italia. Ci racconta la sua esperienza nella massima competizione internazionale?

È stato un periodo difficile perché non gareggiavo nelle migliori condizioni a causa di alcuni problemi tecnici ed economici che affliggevano la scuderia. Il mezzo messomi a disposizione non era certamente uno dei migliori, tuttavia ho comunque avuto modo di imparare parecchio e di raccogliere informazioni utili per la mia carriera.

In passato ha preso parte anche a “Motorhome-Piloti di famiglia”, un docu-reality televisivo che vedeva protagonisti alcuni partecipanti del Campionato Italiano Velocità. L’attenzione costante delle telecamere ha aumentato la pressione pre-gara?

All’inizio l’iniziativa mi ha scombussolato un po’ la vita, ma con il passare dei giorni ho avuto di abituarmi alla nuova situazione. Diverso per l’ambito agonistico dove l’attenzione rimaneva puntata sugli obiettivi prefissati.

Ritornando al presente, il Coronavirus ha colpito tutto il mondo dello sport, compreso quello delle due ruote. Quanto ha condizionato sinora la sua stagione ?

Moltissimo, poiché la sosta potrebbe durare sino a luglio. Ciò avrà probabilmente delle ricadute anche sugli sponsor che mi sostengono e quindi sarà necessario pianificare nuovamente la stagione.

Come si allena un motociclista, in particolare in un questo periodo di stop delle competizioni?

Ci stiamo allenando solo dal punto di vista fisico. Ho avuto la fortuna di potermi creare in casa una piccola palestra dotata di rulli per la bici, di tapis roulant e di pesi, così da potermi tener pronto in vista della ripresa. Ci vorrà un pochino più di tempo per ritrovar il feeling perché quando si sta fermi così a lungo, non è semplice rientrare.

Se dovesse scegliere un pilota a cui ispirarsi, su chi punterebbe?

Io ho sempre seguito Valentino Rossi. Ciò che ha fatto lui in passato, lo sta riproponendo oggi Marc Marquez, anche se per anni il marchigiano è stato il perno di tutto.

Fra gli avversari che ha affrontato, qual è stato il più difficile da superare?

Difficile individuarne uno perché, per esempio, in Moto 3 ogni gara cambiano. Nel caso del Campionato Italiano vorrei invece citare il nome di Massimo Roccoli che indiscutibilmente sa come difendersi.

In conclusione, quali sono i progetti che ha in serbo per il suo futuro?

Per il 2020 avevo previsto di partecipare al Campionato Italiano e di ottenere qualche wild-card nel Mondiale Supersport. Discorso diverso invece per l’anno successivo dove avrei intenzione di prendere parte in pianta stabile alla kermesse iridata.

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