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La denuncia

Coronavirus: “Gli studenti privatisti discriminati alla Maturità, non è giusto”

Il papà di un maturando stigmatizza le ripercussioni che le misure disposte per l'esame di Stato 2020 avranno non solo per suo figlio ma per tutti i ragazzi che lo sosterranno da esterni.

“Il Decreto Scuola discrimina gli studenti che accedono alla maturità come privatisti: non è giusto e crea loro molti problemi a livello universitario e lavorativo”. Così il papà di un maturando evidenzia le ripercussioni che le misure disposte dal governo per l’esame di Stato 2020 avranno non solo per suo figlio ma per tutti i ragazzi che lo sosterranno da esterni.

Sia per loro sia per gli interni, a causa dell’emergenza Coronavirus, è previsto un unico colloquio nel rispetto delle restrizioni anti-contagio, ma le recriminazioni nascono dalla differente tempistica in cui si svolgerà. Il genitore spiega: “Per gli studenti privatisti l’esame di maturità è previsto a settembre e non a giugno come tutti gli altri. Questa disparità di trattamento, che rappresenta in sè una discriminazione, crea tutta una serie di problemi ai nostri figli. Innanzitutto perdono la possibilità di svolgere i test d’ingresso a molte facoltà universitarie che in alcuni casi hanno luogo anche ad agosto. E comunque la preparazione risulta più difficoltosa. Doversi iscriversi all’università senza aver ancora conseguito il diploma è sbagliato sia concettualmente, perchè in questo modo la prova sembra a una formalità, sia dal punto di vista pratico, perchè è come se l’iscrizione a un ateneo fosse sub iudice. Inoltre, ci sono privatisti che frequentano le scuole serali e hanno bisogno di conseguire il diploma per essere assunti altrimenti perdono la possibilità di avere il lavoro e il loro futuro ne risente fortemente. Non è tutto: possiamo escludere che a settembre ci siano problemi nella formazione delle commissioni d’esame? E cosa succederebbe se le scuole non riaprissero? La data degli esami non è stata fissata e gli interrogativi sono tanti”.

“Ciò che maggiormente rammarica – prosegue il genitore – è l’incomprensibilità di questa decisione: gli studenti esterni numericamente sono pochi e non sarebbe stato complicato tenere gli esami a giugno anche per loro. Sulla questione il dibattito è acceso. Nei giorni scorsi i privatisti hanno inviato e-mail di protesta al ministero dell’istruzione, “Le Iene” hanno dedicato un servizio all’argomento e il deputato bergamasco della Lega Daniele Belotti ha presentato un’interrogazione parlamentare ricevendo risposte evasive”.

Tra i ragazzi la reazione è negativa. Il padre sottolinea: “Per mio figlio e per tutti i privatisti quello che stanno subendo è un’ingiustizia senza senso. Si sentono trattati come studenti di serie b e l’impatto è dannoso perchè questa decisione li colpisce nelle loro motivazioni, crea disaffezione verso le istituzioni e sfiducia verso la società, che sono elementi basilari su cui si fonda il senso di comunità e la coesione della nazione”.

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