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L'intervento

Il valore del 1° Maggio ai tempi del Covid 19

Una cosa è certa: mai come ai tempi del Covid 19 il lavoro assume un ruolo primario nella percezione di tutti. Un segnale ai governanti che incentivino fiscalmente l'emersione dei lavori sommersi.

Il 1° Maggio visto da una donna, imprenditrice e Cavaliere del Lavoro. A Daniela Gennaro Guadalupi* abbiamo chiesto quest’anno un intervento per celebrare la festa dei lavoratori. 

L’essenza della festa del 1 Maggio è la celebrazione del valore del lavoro.

Ma quale valore attribuiamo oggi, al tempo del Covid 19,al lavoro?

Tante possono essere le letture.

– I giovani che il lavoro non lo conoscono e che si accingevano a cercarlo, anche in quelle mansioni saltuarie, spesso trampolino per occupazioni più aderenti al proprio vissuto, questi giovani vedranno forse il lavoro allontanarsi ancora di più.

– I giovani che il lavoro lo avevano abbracciato con contratti temporanei a termine, preludio di stabilizzazione verso una famiglia loro, una casa loro, un figlio loro, in molti forse purtroppo si vedranno allontanati dai loro sogni.

– I giovani e meno giovani stabilizzati in un ruolo a loro consono e soddisfacente, dovranno reinventare il loro agire alla luce delle nuove dinamiche altamente competitive in cui le nostre aziende si troveranno ad operare alla riapertura.

– I nostri operai si troveranno in luoghi di lavoro asettici con l’individualismo sanitario che, pur proteggendo la persona, annacqua il calore che si respira nelle nostre fabbriche, le fabbriche bergamasche del “molamia”.

– Noi imprenditori e dirigenti, chiamati a orchestrare il lavoro, saremo stretti fra la politica del bene comune, la politica del rispetto dei valori umani, della loro esaltazione nella convinzione che una persona motivata fa bene per sé e fa bene per l’azienda, e le incognite legate alla riapertura, ai danni commerciali presenti e futuri, al ritardo nell’innovazione, ai problemi di finanziamento, alle pastoie burocratiche. Come celebreremo il 1° maggio?

– Le tante Mamme, imprenditrici e dipendenti, attanagliate dai problemi aziendali e dalla tenuta del lavoro, sono anche caricate dall’enorme responsabilità dei loro bambini, del loro percorso formativo senza scuola, della loro vivacità senza amici: come sarà il loro 1° Maggio?

Una cosa è certa: mai come ai tempi del Covid 19 il lavoro assume un ruolo primario nella percezione di tutti.

I bambini e i ragazzi agognano di tornare a scuola, il loro lavoro.

Lo smart working, il lavoro da casa, assume maggior valore quando è intervallato da interazioni coi colleghi in azienda.

Il rito della giornata: sveglia, colazione, lavoro, pranzo, lavoro, rientro a casa è il rito che ci fa sentire vivi, utili a noi ed alla società.

Abbiamo bisogno di tornare a lavorare tutti!!

Quindi celebriamo un 1° Maggio coraggioso, una festa della rinascita del lavoro nuovo…. Tante cose ci hanno insegnato queste otto settimane di blocco.

– Ci hanno insegnato il valore della libertà per cui i nostri nonni hanno combattuto; questo è un buon insegnamento per i nostri giovani ed una grande responsabilità per noi imprenditori di creare e mantenere lavoro per i giovani, affinché possano inseguire i loro sogni con fatica impegno merito, ma con un orizzonte di futuro concreto.

– Ci hanno insegnato il valore del lavoro regolare: ci siamo resi conto della profondità economica del lavoro nero soprattutto in certe aree. Non serve quindi aumentare sussidi a pioggia per mantenere la pace sociale contro la fame, bisogna invece dare dignità ai lavoratori irregolari inquadrandoli nel nostro sistema economico con vantaggi per tutti: vantaggi etici e vantaggi economici.

Un segnale ai governanti che incentivino fiscalmente l’emersione dei lavori sommersi.

Pensiamo anche alle colf, alle badanti: ci siamo accorti di quanto sia importante il loro lavoro per il nostro welfare sociale, per permettere alle donne di lavorare fuori casa, per tenere i nostri cari anziani nelle loro abitudini e nelle loro case che con sacrificio si sono costruiti con tutto il sacrosanto diritto di godersele.

Quanto in questo ambito ci ha insegnato il Covid19!

– Ci ha insegnato il valore della tecnologia, costringendo tutti a fare un passo avanti ed evolverci per poterci vedere, per sentirci uniti, per lavorare lontani ma insieme, per coltivare gli affetti.

– Ci ha insegnato il valore della solidarietà: a Bergamo i volontari di tutte le associazioni si sono messi in gioco, hanno sempre lavorato contribuendo in maniera determinante ad aiutare la sanità colla costruzione del nuovo ospedale in Fiera, ad aiutare il welfare col sostegno pratico e psicologico agli anziani ed alle famiglie bisognose e molto altro.

Tanti volti, tante mani, tante voci unite per il bene comune.

Ecco l’importanza di lavorare per il bene comune, per distribuire quella ricchezza che il progresso tecnologico genera e che le buone pratiche fiscali e le buone politiche sociali, economiche ed ambientali devono redistribuire per contribuire a generare nuovo lavoro per tutti, quindi dignità per tutti gli uomini e per il nostro pianeta.

Ricordiamoci che “Sotto la cenere… brasca”… Questo 1° Maggio sarà la scintilla del coraggio, della speranza, della voglia di fare! Avanti Amici: il lavoro ci aspetta!

 

* Daniela Gennaro Guadalupi è Cavaliere del Lavoro della Repubblica Italiana.
Dopo la laurea in Farmacia a Genova si trasferisce a Bergamo dove nel 1976 fonda con il marito la Vin Service Srl di Zanica. È presidente della Armr (Fondazione Aiuti per la Ricerca sulle Malattie Rare A.R.M.R.), presidente dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) e presidente dell’Associazione Rosa Camuna Onlus.

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