• Abbonati
I pareri

Squadre ferme, la ripresa della A resta incerta: “I calciatori dovevano allenarsi dal 4 maggio”

Massimo Paganin e Giorgio Parretti sono concordi: "Troppo tardi far riprendere i lavori il 18, così sarà quasi impossibile far finire questa stagione"

Se il 4 maggio non sarà un ‘liberi tutti’, tuttavia non piace nemmeno che lo sia solo per qualcuno. Qui ci occupiamo in particolare del calcio, costretto a prolungare un’attesa (4 maggio sì agli sport individuali, il 18 a quelli di squadra) che lascia molto perplessi, per usare un eufemismo. O per nulla d’accordo. Ne parliamo con due ex atalantini, Massimo Paganin (prima giocatore e ora opinionista tv) e Giorgio Parretti (procuratore e prima preparatore atletico).

“Non capisco perché”, è la sintesi del pensiero di Paganin e “sono stupito”, gli fa eco Parretti. Sembra quasi una ripicca nei confronti del calcio, che si diceva pronto a ripartire, mentre dagli altri sport si alzava la voce (vedi Federica Pellegrini) di chi si sentiva trascurato, che insomma non contava solo il calcio.

Spiega Paganin: “Non capisco perché il calcio non possa riprendere ad allenarsi il 4 maggio, come potranno fare gli sport individuali. Vorrei ricordare anche che stiamo parlando della terza industria del Paese, con la Serie A che fa da traino ad un movimento che coinvolge tanti addetti ai lavori. Per cui è giusto tutelare tutte le parti, ma ci vorrebbe anche un occhio di riguardo verso tutto quel mondo che ruota attorno al calcio e quindi anche i giornali e le tv e tanto altro. Ripartire il 4 maggio vorrebbe dire perciò garantire i tempi di ripresa ma anche tutelare la salute del giocatore, mi riferisco al problema infortuni. Come si fa a cominciare il 18 e poi giocare magari il 12 giugno? Tu dai due settimane in più che vuol dire 15-18 allenamenti in più, dopo una pausa così lunga sarebbero fondamentali”.

Paganin fa un’altra osservazione: “Le squadre di Serie A hanno staff di prim’ordine per tutelare i loro giocatori. Ma poi bisogna anche saper convivere col problema virus, altrimenti si finisce di vivere. E imparare a convivere vuol dire non dimenticare il passato, certo speriamo che si debba convivere per un periodo più breve possibile, però lo stanno facendo in Germania e in altri Paesi. Io penso che l’economia non si possa far fermare dalla paura: bisogna ripartire per tornare a vivere essendo tutti consapevoli delle difficoltà che si possono superare. Ma riprendere è un segnale di forza”.

Massimo Paganin
Massimo Paganin, 48 presenze con l'Atalanta dal 2000 al 2002

Tornando ai tempi della ripresa, per Paganin “quattro settimane di allenamenti sono il minimo, dopo oltre due mesi di stop, cosa mai successa prima. Bisognerà lavorare per uno sprint a giugno e luglio, credo che la soluzione playoff abbia poco senso, piuttosto bisognerà giocare tre volte la settimana a giugno e luglio. Ma, ripeto, riprendere il 4 maggio sarebbe la soluzione migliore anche per evitare infortuni. Come rispettare le norme antivirus? Stiamo parlando di professionisti, tutti responsabilizzati e circondati da persone altamente preparate. Però togliamoci dalla testa l’idea che i calciatori sono dei privilegiati, quando gli altri sport dovrebbero ringraziare il calcio…”.

Quale calcio vedremo? E poi ad agosto la Champions? “Io credo che partiranno tutti alla pari, perché uno stop del genere non era mai accaduto prima. Saranno più pronte le squadre con giocatori che entrano in forma prima, ma tutti saranno preparati sotto questo aspetto. E riguardo alla Champions, agosto è un periodo in cui il calciatore non è abituato a giocare e sarà un po’ tutto stravolto. Giugno e luglio dovrebbero servire a prepararla, certo non è detto che i valori di prima delle squadre possano essere rispettati. Consigli all’Atalanta? Gasperini non ne ha bisogno, la squadra si è sempre espressa bene fisicamente, magari serviranno carichi di lavoro più leggeri per entrare in forma prima, ma avranno già fatto programmi adeguati”.

Giorgio Parretti
Giorgio Parretti, procuratore bergamasco

Giorgio Parretti si dice “stupito” perché il provvedimento che distingue tra gli sport “è un nonsenso continuo. Ma scusate, il ciclista può uscire e il calciatore no? Oppure il calciatore può allenarsi nei parchi e non nei centri già attrezzati dalle società? Non puoi fare la parte atletica? E nemmeno quella tecnica? Su 6000 metri quadri che è la superficie di un campo di calcio non possono stare dieci giocatori? Se vogliono sospendere qualsiasi attività lo dicano: qui è come tenere tante Ferrari ferme nel garage. I giocatori devono allenarsi, mica possono farlo sulla cyclette a casa loro, ma scherziamo? Perché non possono su un campo di calcio? Spero non sia vero che un giocatore di golf non può prendere la pallina con le mani…”.

Quindi, secondo Parretti è tutto sbagliato? “Allora, cerchiamo di capirci. È chiaro che stiamo vivendo un momento unico, dalla peste in poi non ci sono state emergenze gravi come questa. E’ un problema molto serio e tutti quanti siamo stati toccati, con parenti o amici coinvolti. Però, se parliamo di allenamenti, o si può, o non si può. Perché gli sport individuali sì e il calcio no? Perché in Germania sì e qui no?”.

Parretti sottolinea un altro punto: “Parliamo di giocatori professionisti, in Serie A e B. Che devono riprendere, devono uscire ad allenarsi. Ma non c’è la volontà politica di farlo. È un discorso di politica sportiva: il calcio è la locomotiva non solo per gli altri sport, ma questa locomotiva adesso è ferma. E se il Coni è contento che il calcio non riprenda… Vorrei vedere cosa farebbe lo sport, senza il calcio. Ma lo sanno cosa vuol dire allenarsi? Ci sono tante tecniche di allenamento che non prevedono la partitella e il contatto fisico. Poi, se guardiamo anche alla statistica, quanti calciatori sono stati bloccati dal problema virus? Qui parliamo di professionisti, di atleti di alto livello che non possono stare fermi e anche mentalmente devono riprendere, se no cosa fanno a casa loro? Vanno sulla cyclette o giocano con i figli? Ma questo è un patrimonio di professionisti che dà ricchezza a tanti: devono potersi allenare. E – conclude Parretti – è secondario quando ripartirà il campionato, se non si considera che prima devono ricominciare ad allenarsi”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI