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Paziente colpito da Sepsi recupera a Sarnico: “Un risultato eccezionale”

Emilio, un uomo di 76 anni residente nella zona del Basso Sebino, vittima di sepsi batterica, sta svolgendo la riabilitazione all'ospedale di Sarnico raggiungendo risultati positivi

In tempi di Coronavirus, nelle strutture sanitarie naturalmente le altre patologie non sono scomparse, ma continuano ad essere presenti. In Habilita Ospedale Faccanoni di Sarnico continua l’attività di riabilitazione Intensiva dei pazienti ricoverati. Emilio è un uomo di 76 anni residente nella zona del Basso Sebino vittima di sepsi batterica.

Con il termine Sepsi si indica una malattia sistemica, che coinvolge tutti gli organi, in risposta ad un agente infettante che modifica e invade tessuti, organi, fluidi o cavità corporee normalmente sterili. Le complesse interazioni tra il microrganismo infettante, il sistema immunitario dell’ospite, le risposte infiammatorie e la coagulazione influenzano l’esito nella sepsi. Malgrado sia meno conosciuta di altre malattie ha un tasso di mortalità cinque volte superiore all’ictus e dieci volte all’infarto. “Solitamente il 60% delle persone che presentano questa patologia muore – spiega il dottor Giovanni Taveggia, direttore sanitario di Habilita Ospedale Faccanoni di Sarnico. Anche il signor Emilio quando è arrivato da noi era in una condizione clinica molto compromessa e, sinceramente i risultati positivi hanno stupito anche noi”.

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“Siamo riusciti a riabilitarlo sia dal punto di vista respiratorio e neuromotorio con trattamenti intensivi giornalieri – spiega la dottoressa Ilaria Cera, geriatra in Habilita Ospedale Faccanoni di Sarnico. Questo paziente è arrivato a Sarnico l’11 marzo, dopo un periodo di degenza in terapia intensiva in cui era stato intubato e ventilato meccanicamente. Appena arrivato era allettato e non era in grado di muoversi. Abbiamo iniziato da subito un percorso riabilitativo che prendesse in considerazione sia gli aspetti motori che cognitivi. Oggi, dopo circa un mese e mezzo di lavoro, siamo riusciti a farlo sedere sulla carrozzina e a fargli eseguire attività motorie volontarie con il fisioterapista. L’obiettivo è quello di mantenere le masse muscolari per evitare il rischio di atrofia e di coinvolgere il paziente stimolando la sua attenzione. Per noi si tratta di un risultato eccezionale in quanto questa tipologia di pazienti, statisticamente, ha un elevato tasso di mortalità. Il signor Emilio, invece, è riuscito a superare il momento più difficile e ora, un passo alla volta, sta recuperando tutti i giorni un po’ di autonomia. La strada da percorrere è ancora lunga, ne siamo consapevoli. Emilio ancora oggi respira con l’aiuto di un ventilatore e con flussi di ossigeno in progressiva diminuzione: ciò vuol dire che respira meglio ed è meno dipendente dalla macchina. I miglioramenti sono evidenti anche dal punto di vista cognitivo, la sua partecipazione è migliorata in modo costante con le persone che lo circondano. Inizialmente non interagiva con l’ambiente che lo circondava: oggi, invece, comunica con tutto il personale che lo assiste ed esprime richieste motivate. Per noi, vista la situazione di partenza, si tratta di un risultato importante che testimonia l’importanza di un buon metodo di lavoro e dell’affiatamento di tutte le professionalità dell’équipe riabilitativa che hanno contribuito alla cura del paziente”.

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