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L'intervista

Emilio Zanetti: “L’ops di Intesa? Molto lontana dal valore del patrimonio di Ubi”

Il Cavalier Emilio Zanetti lascia la presidenza della Fondazione Ubi Banca Popolare di Bergamo dopo 29 anni.

La voce è delicata, rassicurante come può esserlo solo un gradevole tasso d’interesse in tempi di tempeste finanziarie. Emilio Zanetti, gentilissimo risponde alle domande al telefono. Cade la linea e richiama: “dicevamo…”.

Nel giorno in cui lascia la presidenza della Fondazione Ubi Banca Popolare di Bergamo, dopo 29 anni, ossia dalla sua creazione, il Cavalier Zanetti non fa bilanci ma elenca alcune voci del rendiconto. Che non è finanziario.

Cavalier Zanetti come nacque l’idea della fondazione?
“Era il 1991, la Banca Popolare di Bergamo aveva una vita propria ed era necessario che una fondazione prendesse a cura tutte quelle domande che arrivavano direttamente all’istituto di credito. Lo Statuto prevedeva, in un articolo, che una quota dell’utile della Banca Popolare avesse uno scopo sociale, benefico e culturale. La Fondazione aveva il compito di approfondire le tematiche che si profilavano sul territorio e di prendersene cura con un’attenzione particolare”.

Chi dava indicazioni alla Fondazione?
“Ogni anno ci davamo dei temi da perseguire che emergevano osservando la società, gli avvenimenti. L’anno scorso, per esempio abbiamo approfondito per quanto possibile il tema della inclusione”.

Non le chiedo di voltarsi indietro, ma dall’alto della sua età e della sua posizione, se abbassa lo sguardo quali donazioni la rendono più orgoglioso?
“La parola orgoglio non mi piace. Preferisco dire che ho piacere quando vedo i giovani laurearsi nel complesso di Sant’Agostino o all’ex collegio Baroni. Diciamo che accompagnare l’Università di Bergamo nella sua crescita mi ha reso e mi fa piacere, soprattutto quando osservo quei giovani che studiano oggi perché hanno la possibilità di farlo. Gli spazi dell’università erano un problema particolarmente sentito allora e poter contribuire a risolvere quell’esigenza ha dimostrato quanto la fondazione fosse vicina al territorio e alla città”.

C’è una donazione che rammenta con altrettanto piacere?
“Oh, sì. L’anno scorso il tema che ci eravamo proposti era l’inclusione. Così andammo a parlare con il Patronato San Vincenzo e ci chiesero di dotare quella scuola di un’officina per saldatori. In bergamasca c’è una grande richiesta per trovare saldatori e per molti ragazzi si tratta di trovare subito un’occupazione. Qella officina meccanica è una delle attività che si accompagna a tante altre che abbiamo fatto davvero con piacere e una certa sorpresa”.

E poi?
“Il sostegno a Bergamo nella Storia o all’ospedale Papa Giovanni XXIII. Ricordo che proprio qui a Bergamo la Banca Popolare di Bergamo ha dato vita a From, la Fondazione per la Ricerca dell’Ospedale di Bergamo. Il presidente era Nicora ed io il vicepresidente, oggi a presiedere la From è il mio amico Alberto Bombassei, l’uomo giusto al posto giusto perché ama e sostiene la ricerca. Basti pensare al Kilometro Rosso”.

Istruzione, lavoro, ricerca. Non manca certo la cultura…
“Abbiamo lavorato anche sul quel fronte e credo che quei sei milioni accantonati per il futuro della Gamec mi fanno ben sperare”.

C’è qualcuno che si sente di ringraziare al termine di questo percorso alla guida della Fondazione Ubi Banca Popolare di Bergamo?
“Provo una certa soddisfazione per ciò che è stato fatto grazie ai suggerimenti e all’impegno di ottimi collaboratori che mi hanno seguito. Uno per tutti è l’avvocato Giuseppe Calvi, un uomo di grandi vedute oltre che un caro amico”.

Nel consiglio della Fondazione ora entra Raffaella Giavazzi, la figlia del compianto avvocato Giovanni.
“Sono contento che entri nella Fondazione Ubi. Raffaella è una ragazza molto preparata e con una grande bagaglio di esperienza e legame con l’Istituto Mario Negri. Sono da sempre amico di Silvio Garattini che ha fatto della ricerca la sua vita. L’allora avvocato Suardi, il cavaliere Ciocca e l’avvocato Giavazzi aiutarono l’istituto Mario Negri ad avere una sede a Bergamo al Conventino. È bello sapere che nella fondazione entri una persona legata a questa storia”.

Un’ultima domanda. Ubi Banca ha sempre posseduto un pacchetto di azioni di Intesa Sanpaolo. Lei e Bazoli vi siete sempre stimati a vicenda. Oggi questa banca lancia un’offerta per accaparrarsi Ubi. Che cosa pensa di questa operazione?
“Come posso essere soddisfatto? L’Ops di Intesa è molto lontana dal contenuto patrimoniale di Ubi. Mi aspettavo che l’offerta fosse molto migliore”.

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