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Lettere

L'intervista

I fisioterapisti che aiutano i pazienti all’Ospedale da campo: “Per noi una missione”

Paolo Valli, coordinatore del gruppo: "Il nostro entusiasmo cresce ogni volta che vediamo un paziente migliorare giorno per giorno"

Lunedì 6 Aprile. Il primo paziente, dalla degenza del Papa Giovanni XXIII, apre l’Ospedale da Campo alla fiera di Bergamo senza tagli di nastro o inaugurazioni perché il silenzio spegne la città, l’urgenza mobilita, la speranza è il momento.

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Tutto ha inizio i primi giorni di marzo quando alcuni fisioterapisti sentono il bisogno di rispondere all’emergenza. Un rapido giro di mail e di telefonate che, in soli 5-6 giorni, raccoglie il consenso di oltre 70 fisioterapisti del territorio di cui 40 di questi partono come volontari (suddivisi poi tra ospedale da campo e negli hotel riconvertiti a strutture di sorveglianza sanitaria). Rapidi contatti con le istituzioni sanitarie e in pochi giorni parte la loro FisioTaskForce, una Community di Fisioterapisti – la maggior parte in standby lavorativo per le limitazioni imposte dai decreti sulle aree a più alto rischio – che non vogliono restare semplici osservatori esterni.

fisioterapisti ospedale campo

“La nostra mission è stata fin da subito quella di mettere in campo non solo le nostre competenze specifiche fisioterapiche – spiega Paolo Valli, coordinatore del gruppo – , ma anche quella di essere di supporto al resto del personale sanitario che opera nelle strutture Covid. Lavoriamo su tre turni e ci interfacciamo con i professionisti dell’Ospedale Papa Giovanni, della Protezione Civile, dell’ANA, di Emergency e con l’équipe russa”.

“Ci occupiamo del paziente, sia nella fase critica sia nella ripresa graduale post-acuta. I farmaci e il supporto respiratorio sono la terapia essenziale per gestire la fase critica; il movimento e la riattivazione funzionale sono lo strumento più importante per restituire al paziente l’autonomia di cui ha bisogno.

Ci si trova a fronteggiare e a combattere quotidianamente una situazione delicata. Consci e consapevoli dei rischi che quotidianamente potrebbero succedere perché ci sono famiglie a casa da tutelare, affetti da coltivare, figli da crescere”.

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In questo momento probabilmente non si tratta solo di un progetto ma anche di una missione: i volontari si supportano a vicenda mettendo a disposizione con attenzione e cura le proprie qualità e il proprio lavoro.

“All’atto pratico, in acuto, ci occupiamo, insieme a medici e infermieri, del monitoraggio, verificando che i pazienti siano ben posizionati ed eseguendo mobilizzazioni o manovre utili per una miglior risposta alle terapie – continua Paolo Valli – nelle fasi post-acute ricerchiamo una riattivazione graduale attraverso il recupero del movimento, della posizione seduta, della stazione eretta e poi del cammino, monitorando il buon andamento della funzione respiratoria e dell’ossigenazione”.

Oltre al complesso e impegnativo servizio all’Ospedale da Campo, i fisioterapisti di FisioTaskForce stanno offrendo il loro supporto alle strutture di sorveglianza sanitaria istituite negli hotel della Bergamasca. Qui le condizioni dei pazienti sono decisamente migliori, ma non ancora sufficienti per un regolare rientro al domicilio. Anche qui gli esercizi e il movimento ottimizzano i parametri e l’autonomia del paziente.

fisioterapisti ospedale campo

“Come coordinatore e responsabile del Progetto FisioTaskForce Bergamo, ringrazio tutto il team per aver risposto alla call lanciata e perché, con semplicità e forza, sta garantendo la presenza in turni continuativi e forti. Un altro grazie importante va a tutte quelle persone volontarie che ci hanno preceduto e che, preparando in tempi record postazioni sicure e accoglienti per i pazienti, hanno reso possibile un adeguato livello di assistenza da parte del personale sanitario.

Così pure alla direzione, al personale tecnico e amministrativo dell’ASST Papa Giovanni XXIII e all’ATS Bergamo per aver permesso l’apertura di queste strutture importanti in grado di salvare vite umane e per averci selezionato come gruppo a loro supporto”.

Conclude Paolo Valli “è per tutti noi un’esperienza, una missione e il nostro entusiasmo cresce ogni volta che vediamo un paziente migliorare giorno per giorno; leggere nei loro occhi la ritrovata speranza nel domani non può che farci emozionare ed è quello che tutti speriamo per coloro che hanno dovuto combattere con questo maledetto virus”.

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