Una conferenza stampa, poi ci sarà il decreto. Ai molti dubbi da chiarire si accompagnano altrettante domande. Subito dopo la diretta da Palazzo Chigi, in cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha illustrato i punti della fase 2, ecco che emerge senza ombra di dubbio il dilemma più grande tra tutti: i congiunti. Che la questione abbia suscitato parecchio scompiglio è Google a dircelo. In poche ore “chi sono i congiunti” ha subito una forte impennata tra i trend del motore di ricerca, diventando una delle frasi chiave più digitate.
Conte ha spiegato infatti che “si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie”. Ma chi è considerato congiunto? Nell’art 307, comma 4, del Codice Penale sono “gli ascendenti, i discendenti, il coniuge, la parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso, i fratelli, le sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti”.
A una prima lettura questi sono i soggetti a cui, a partire dal 4 maggio, si potrà far visita, ossia tutti coloro legati da un rapporto di parentela, di sangue o riconosciuta dallo stato o agli affini, quindi a suoceri, nuore, generi e cognate. Il tutto, sia ben chiaro, non dà il permesso a party o a riunioni familiari come da cultura italiana: le visite dovranno essere contingentate, mantenendo le distanze di sicurezza e utilizzando i dispositivi. Questo è un punto di certezza.
Ma che ne sarà degli altri rapporti? Che ne sarà delle persone rimaste al mondo senza nessun legame di sangue o che considerano famiglie persone con cui non hanno legami di parentela? La reazione sui social è stata immediata, soprattutto da parte dei fidanzati divisi dal lockdown.
Dopo una mattinata di sconforto, nel pomeriggio è arrivato il primo segno che fa sperare. Stando alle fonti di Palazzo Chigi è da intendersi per congiunti anche non solo “parenti, affini, coniugi, conviventi, ma anche fidanzati e affetti stabili”.
Non solo, la questione è stata trattata dalla Corte di Cassazione che, nella sentenza 46351/2014, fornì una interpretazione più ampia del termine tale per cui si è prossimi congiunti in presenza di un saldo e duraturo legame affettivo, a “prescindere dall’esistenza di rapporti di parentela o affinità giuridicamente rilevanti come tali”.
Per gli amanti divisi dal Covid e per tutte le persone rimaste sole a casa in questa quarantena non è però ancora tempo di gioire, non essendoci ancora una ufficiale interpretazione. In questo limbo di incertezza, non resta che aspettare le faq ministeriali.
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