Ve ne avevamo parlato circa un mese fa (Leggi l’articolo), ma ora il gruppo Facebook “Noi denunceremo”, nato per raccogliere testimonianze e chiedere giustizia per tutte le persone morte di Coronavirus nel silenzio, è arrivato alla ribalta mondiale.
L’iniziativa, come aveva spiegato il fondatore Luca Fusco di Brusaporto, era nata “esclusivamente per dare spazio alle vostre storie, a chi ha perso qualcuno dei suoi cari o a chi ha qualcuno in ospedale in questo momento. La finalità del gruppo, in questo momento, è raccogliere più testimonianze possibili. Testimonianze VERE, reali, non filtrate dai media o dagli organi di stampa, in modo da far capire a tutti cosa sta succedendo in Italia, specialmente nelle provincie di Bergamo e Brescia.Al termine di questa emergenza la finalità diventerà quella di avere risposte e giustizia (e ripeto GIUSTIZIA, NON VENDETTA) per tutti i nostri morti. Vogliamo capire se chi aveva il potere di fare qualcosa ha sbagliato, e dove, e chiediamo che risponda delle sue azioni”.
Testimonianze che sono arrivate a decine e decine, e continuano ad arrivare.
E giovedì 23 aprile sono apparse tutte su prestigiosi quotidiani esteri, dal New York Times al The Guardian, da Fox News al Sun e al Daily Mail.
Non solo storie, ma anche il lato giudiziario di tutta la vicenda, con le inchieste aperte in Procura per fare luce sui decessi e su eventuali responsabilità.
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È il New York Times a riportare alcune delle vicende raccontate nel gruppo: come quella di Diego Federici, 35enne che nel giro di quattro giorni ha perso entrambi i genitori.
Ma la sua è solo una delle tantissime denunce, delle centinaia di fotografie, dei migliaia di messaggi di affetto e vicinanza postati nel gruppo: tragedie e volti che restano impressi nella memoria e che chiedono a gran voce verità e giustizia.
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