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L'iniziativa

Il #25aprileperme: online si racconta il significato della festa della Liberazione

Il progetto è stato ideato dalla sezione bergamasca dell’Aned - Associazione Nazionale Ex Deportati per vivere questa ricorrenza in questo periodo segnato dal Coronavirus

La sezione bergamasca dell’Aned – Associazione Nazionale Ex Deportati ha dato vita a un’originale iniziativa per celebrare la festa della Liberazione. In questo periodo segnato dalla pandemia del Coronavirus non è possibile organizzare incontri e manifestazioni dal vivo, ma le nuove tecnologie permettono di rimanere in contatto anche a distanza, condividere informazioni e diffondere messaggi.

Ha preso vita, così il progetto #25aprileperme, in collaborazione con gli studenti delle terze medie di Cene e le loro professoresse, Valentina Baratelli e Anna Minuscoli. Ai ragazzi è stato chiesto di inviare all’associazione un disegno, un pensiero, una fotografia, qualunque cosa racchiudesse il significato che ha per loro il 25 aprile e, quindi, li potesse aiutare a ricordare questa ricorrenza. L’invito è stato esteso anche a soci e amici della sezione, proponendo di fare lo stesso: un breve video per raccontare il #25aprileperme.

Il materiale ricevuto verrà pubblicato a partire dal 23 aprile sul sito dell’associazione www.deportati.it e sulla pagina Facebook “ANED Bergamo”: include contributi musicali, suggerimenti di libri per riscoprire il valore della Liberazione e testimonianze personali.

Leonardo Zanchi, presidente dell’Aned di Bergamo, in un post su Facebook spiega: “Come sezione di Bergamo dell’Aned abbiamo deciso di provare a celebrare questo 25 aprile così diverso, ma sicuramente non meno importante. È il 75° anniversario della Liberazione del nostro Paese dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista. Certo, alcuni penseranno che in questo momento ci sono questioni ben più urgenti rispetto a celebrare il 25 aprile. Eppure è proprio se ammettiamo che la memoria del nostro passato sia qualcosa di superfluo, di cui in certi periodi si possa fare a meno, che rischiamo di ritrovarci ancora più smarriti e sconfitti in questo presente così complicato. È dal passato che dobbiamo trarre gli spunti per affrontare l’oggi; è da chi è riuscito a emergere anche dalle situazioni più impreviste e apparentemente insormontabili che dobbiamo prendere esempio. A quegli uomini e a quelle donne che scelsero da che parte stare, che ebbero il coraggio di opporsi ai regimi come potevano, pur di non abbandonare il loro Paese sofferente nelle mani di chi l’aveva sottomesso con la propaganda e la violenza, e con l’odio e la guerra l’aveva devastato; a loro torniamo a rivolgere il nostro sguardo carico di gratitudine e di speranza, soprattutto ora, che anche noi, forse per la prima volta, ci troviamo di fronte a un pericolo, a un’emergenza. Questo 25 aprile torna a ricordarci che ci si può liberare dalla dittatura del male e dell’odio. Ci si può liberare dalla logica del più forte e dalla sopraffazione sui più deboli. Ma quella libertà non è mai conquistata una volta per sempre: è una lotta che ciascuno deve portare avanti giorno dopo giorno. Oltre a ribadire il nostro no al fascismo, oggi dobbiamo gridare il nostro no al razzismo, all’antisemitismo, all’omofobia, al patriarcato, alla discriminazione di genere, alla criminalità organizzata, allo sfruttamento dell’ambiente. Questo si traduce in un grande Sì, quel sì che è scritto nella nostra Costituzione: sì all’uguaglianza, sì alla giustizia, sì alla solidarietà, sì al rispetto dei diritti di tutti e per tutti, come il diritto alla salute e alle cure sanitarie di cui, oggi più che mai, capiamo il valore”.

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