Ripartire vuol dire, letteralmente, rimettersi in movimento. “Decidere e capire come ci muoveremo nei prossimi mesi è essenziale per una ripartenza sana e in sicurezza – sostengono gli esponenti di Fiab Bergamo-Pedalopolis, l’associazione dei ciclisti bergamaschi che dal 2008 promuove la conoscenza e la pratica della bicicletta -. Il rischio di ritrovarsi con le strade invase dalle automobili in modo caotico e tossico è troppo pericoloso sia per Bergamo che per tutti i paesi e le città del circondario e della provincia. A maggior ragione, se verranno confermati gli studi che indicano una correlazione tra livelli di inquinamento atmosferico, con relative patologie respiratorie, e pericolosità del virus, sarebbe insensato rischiare di tornare (o persino superare) ai livelli di inquinanti pre-emergenza”.
Da sempre, come ciclisti, rivendicano maggiore spazio nelle strade. “Ora ad aver bisogno di spazio nelle strade non saremo solo noi. Avranno bisogno di spazio i negozi e gli uffici per gestire le code e le affluenze, avranno bisogno di spazio i bar e i ristoranti per poter ampliare l’area di somministrazione e per poter distanziare tavoli e clienti, avranno bisogno di spazio le scuole e i servizi, per garantire in sicurezza gli ingressi e le uscite”.
Per ottenere spazio in città “l’unica soluzione – sostengono – è limitare la presenza delle auto sia in movimento che, soprattutto, in sosta. I parcheggi in strada sono insostenibili da un punto di vista dell’utilizzo razionale dello spazio e sono inoltre attrattori e generatori di traffico.
UN PIANO PER LA MOBILITÀ POST-COVID
In molte città del mondo si sta già procedendo in questa direzione. “Promuovendo l’uso della bici (muscolare o elettrica che sia) e della micromobilità (monopattini e simili) – osserva l’associazione – o incrementando le aree pedonali e le zone 30 (o addirittura zone 20 come a Bruxelles), e attraverso la realizzazione di percorsi ciclabili protetti e piccole infrastrutture di supporto per questi tipi di mobilità”. Anche il trasporto pubblico, che probabilmente dovrà ridurre la capacità dei propri mezzi, “avrà necessità di percorsi dedicati e strade libere dal traffico automobilistico, per mantenere efficenza e non soccombere all’inevitabile diffidenza iniziale e alle limitazioni che subirà”.
LE PROPOSTE
L’associazione propone l’attivazione di parcheggi d’interscambio, anche temporanei, con servizi navetta (esempio parcheggio della fiera, parte dei parcheggi dell’aeroporto dell’Auchan). E il rafforzamento delle Ztl per favorire il distanziamento nelle strade più strette nelle quali, per consentire la sosta delle automobili, anche i marciapiedi sono molto stretti e angusti (pensiamo a Via San Bernardino e via Moroni, via Quarenghi, via Borgo Palazzo, ecc.).
Suggerisce la realizzazione (o il completamento e l’allargamento) di piste ciclabili e corsie preferenziali d’emergenza lungo i viali più ampi della città (via Paleocapa, via Tiraboschi, viale Papa Giovanni, via Carducci, viale Giulio Cesare…), anche solo con transenne e segnaletica orizzontale, seguendo quanto deliberato nel Biciplan e nel PUMS. E ancora la realizzazione e il potenziamento di stalli per la sosta sicura delle bici, lo studio di un piano per incentivate la mobilità sostenibile di studenti, professori e personale scolastico, magari in collaborazione con scuole e Università, e la promozione di sistemi di trasporto e consegna merci ecosostenibili.
“Le difficoltà economiche porteranno più persone a passare, anche solo per motivi economici, all’uso della bicicletta in alternativa all’automobile – conclude l’associazione dei ciclisti bergamaschi -. Chi fa questa scelta, virtuosa per se e per la collettività, deve essere agevolato, riconosciuto e garantito”.
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