Al centro di un’inchiesta per la gestione dei primi pazienti covid bergamaschi, all’ospedale di Alzano Lombardo giovedì 23 aprile sono iniziati gli attesi test sierologici per rilevare la presenza nel sangue di anticorpi al virus che sta ancora flagellando la Val Seriana e il mondo intero.
A gestire le operazioni nel centro prelievi del Pesenti Fenaroli è l’Ats di Bergamo, che ha stabilito in precedenza e convocato le persone da sottoporre al test. I cittadini testati per primi sono i soggetti di età compresa tra i 18 e i 64 anni, che non sono stati sottoposti al tampone e tra loro si è iniziato da quelli con sintomi influenzali, segnalati dai medici di famiglia, e da quelli che hanno avuto contatti con casi accertati (sintomatici o asintomatici), identificati da Ats a seguito di indagine epidemiologica.
Dalle prime ore dal mattino le persone arrivano in silenzio, una alla volta o al massimo due nel caso di coniugi o familiari che vivono nella stessa abitazione. Il clima è mesto e la gente è ancora turbata per la situazione che sta vivendo. Sono trecento quelli attesi giovedì tra Alzano e Nembro, dove sono iniziati in contemporanea. Altrettanti venerdì, per arrivare a cinquemila nel giro di una settimana.
Nessuno, almeno in teoria, può presentarsi di propria iniziativa, così come non è facoltà del Comune intervenire in questo processo, che è di competenza delle autorità sanitarie. Ma poco prima delle 10 arriva Cristiana Ferraris, una 50enne del paese che urlando racconta di aver perso una suocera per Covid e di non essere mai stata sottoposta al tampone. È disperata, e inveisce contro il sindaco Camillo Bertocchi e il direttore generale dell’Ats Massimo Giupponi chiedendo giustizia per quella che per lei era un seconda mamma. Poi si calma e se ne va in lacrime. Una versione, quella donna, che, spiega poi nel pomeriggio lo stesso Giupponi, “non corrisponde alla realtà”.
Oltre che sui cittadini, giovedì mattina i test sierologici sono iniziati anche sul personale sanitario, sotto la gestione diretta di Regione Lombardia e svolti all’interno delle strutture ospedaliere in cui lavorano i medici e gli infermieri.
Nel resto della provincia saranno avviati a partire dalla prossima settimana in centri prelievo che saranno comunicati successivamente.
Ma come si svolge il test e quale risultato può dare? Lo spiega il direttore generale dell’Ats Giupponi:
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