Nessun complotto internazionale, nessun laboratorio ha creato il Covid 19: quel virus che sta mietendo vittime ovunque nel mondo è nato in un mercato delle carne a Wuhan, in Cina, ed è stato trasmesso all’uomo.
Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” non ha dubbi. La scienza si basa su dati e i dati che emergono studiando il Covid 19, portano a dire che quelle brevi sequenze che sembrano Aids ci sono sia nel Coronavirus sia nella Sars. Quel virus non è stato creato in laboratorio come sostiene Luc Montagnier, 87 anni, famoso virologo francese insignito nel 2008 del premio Nobel per la Medicina. No, non c’è nessuna cospirazione.
Anzi Giuseppe Remuzzi narra per filo e per segno come venne attribuito il premio Nobel a Montagnier che guidava un gruppo di bravissimi e validi ricercatori che con le loro ricerche portarono alla scoperta del virus di Hiv. E non fa nulla se il professore Montagnier ha ripetuto più volte in diretta in una trasmissione televisiva che c’è stato un complotto e che il virus è nato in laboratorio: “Anche i premi Nobel possono raccontare cose sbagliate se non supportate da sperimentazioni, da studi o da ricerche”.
Il direttore del “Mario Negri” ha sottomano quello studio indiano e spiega le falle, una ad una. Poi analizza un altro studio e spiega perché quella teoria non può essere presa in considerazione per quei dati “grossolani” e mal copiati.
Che cosa dobbiamo aspettarci dalla Vecchia Europa? “Il rispetto per il cibo e la cura dell’alimentazione”. Il continente che è stato la culla per diverse civiltà può ancora offrire lezioni di igiene al mondo intero. E può, anzi possiamo, imparare molto da questa esperienza: “È necessario rispettare il pianeta, solamente così eviteremo altre pandemie, fermarci ed imparare l’armonia e l’equilibrio che ci insegna la natura. Il mondo non può essere distrutto dall’uomo, esige rispetto e tutela”.
L’ospedale di Bergamo ha saputo far fronte ad un’emergenza ed ha imparato una lezione straordinaria. Non è tempo di processi, ma di riflessioni per capire che si deve riprendere quel filo che lega gli ospedali con la rete dei medici di base. Il vaccino è quasi pronto e lo stanno già testando sull’uomo. “Ma ci vorrà tempo per la produzione e molti soldi per realizzarlo per tutti”.
Remuzzi non fa sconti a nessuno. Quella che doveva essere un’intervista diventa una lezione di vita. Lo chiamano professore, non solamente perché fa ed insegna ricerca scientifica, ma anche perché educa a trattare e osservare la vita con un rispetto che è sacro. E per la scienza, basata su dati certi, la fede nella ricerca è tutto.
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