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Sono 5000 i lavoratori

La Cisl: “Nelle Rsa servono presto fondi straordinari e garanzie di ripartenza”

Giulio Pennacchia, Fp Cisl: “A noi non interessa buttarla in politica. Per il momento non ci interessano i colpevoli, ma le soluzioni"

Dopo tutto il dolore causato da quanto sta accadendo nelle Rsa della provincia di Bergamo, tocca adesso fare i conti con l’emergenza occupazionale, oltre che economica, che il settore rischia di
subire nel prossimo periodo, sempre a causa dell’epidemia Covid 19 che le ha pesantemente interessate.

La disposizione di impedire nuovi accessi alle Rsa o di autorizzarne il 50% a condizioni impossibili, decisione che non discutiamo nella sua auspicata finalità ed efficacia, sommata al gran numero di morti registrare in ogni struttura sta determinando la difficoltà gestionale e in alcuni casi addirittura il prosieguo dell’attività. Le “medio piccole”, quelle al di sotto dei 50 posti letto stanno faticando a proseguire.

Quelle che hanno investito in ristrutturazioni spesso obbligate dalla Regione o dalla stessa Ats hanno mancati introiti considerevoli e mutui da pagare. La perdita media di entrate legate alla retta è di circa 100 euro al giorno per ogni ospite mancante a cui aggiungere i costi di gestione e di personale. Oltre ai costi per i dispositivi di protezione e tutti gli ausili necessari che sono quasi a totale carico delle strutture.

Le assenze di malattia del personale stanno, per il momento, compensando gli esuberi derivanti dalle minori presenze. “A organico completo, salvo riconversioni temporanee o altro, il ricorso alla cassa integrazione o al Fis è obbligatorio – sostiene Giulio Pennacchia, di Cisl Fp Bergamo. Quasi ovunque, allo scopo di procrastinare lo spettro degli ammortizzatori sociali si sta ricorrendo allo smaltimento delle ferie, banca ore, recuperi. In altre, la Cassa integrazione in deroga è già partita o sta partendo, come a Calcio, Brignano, Lovere, Sarnico, Valbondione, Costa Volpino, Sovere, Nembro ed altre che lo faranno in questi giorni. Stiamo parlando di più di 1000 lavoratori interessati su un totale di 5000. Sono Asa, Oss, Educatori, Fisioterapisti, Amministrativi, meno gli Infermieri. I lavoratori delle Rsa sono vittime incolpevoli di quanto accaduto e di una gestione approssimativa e non possono di certo rimanere soli così come lo sono stati nella gestione dell’emergenza”.

Secondo Fp Cisl Bergamo, servono fondi straordinari appositi che suppliscano le minori entrate e le spese sostenute per fronteggiare la pandemia. “A noi non interessa buttarla in politica. Per il momento non ci interessano i colpevoli, ma le soluzioni. Lo facciamo perché abbiamo l’abitudine di sporcarci le mani nella ricerca di una soluzione al problema – conclude Pennacchia -. Servono garanzie di ripartenza dei servizi, compresi le eccellenze riabilitative e specialistiche che potrebbero essere fagocitate dal privato accreditato così come accaduto in casi simili. Servono soluzioni immediate”.

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