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In emergenza

Bergamo, la grande rete dell’ossigeno: in un mese consegnate 4.192 bombole

La richiesta di ossigeno terapia domiciliare era tale che nessuna azienda che opera nel settore della produzione e distribuzione di ossigeno poteva, da sola, soddisfarla: in campo ne sono scese otto.

Quattromilacentonovantadue consegne di contenitori di ossigeno liquido (qualcosa come 111.171.840 litri), quasi 3.000 pazienti raggiunti al domicilio, sino a 1.689 consegne alla settimana (tra il 23 e il 29 marzo) e una punta di 387 consegne (nella sola giornata di mercoledì 26 marzo). Il tutto in circa un mese: dal 13 marzo al 16 aprile 2020.

Sono questi alcuni dei numeri della rete ossigeno, una delle reti dedicate al coronavirus che fa parte di Ugoretec (l’Unità di Governo delle Reti Territoriali Covid operativa nella Bergamasca dal 7 aprile scorso).

grafici ossigeno ats
Consegna contenitori ossigeno dal 14 marzo al 16 aprile

“A seguito dell’emergenza derivata dalla pandemia di Covid-19, a partire da lunedì 8 marzo, sono state segnalate dai medici e dalle farmacie del territorio situazioni di difficoltà nel reperimento di ossigeno. Per questo, ATS Bergamo ha portato avanti numerose azioni, allo scopo di porre rimedio alla problematica”, esordisce il dottor Arrigo Paciello, responsabile del Servizio Farmaceutico Territoriale dell’Agenzia di Tutela della Salute.

L’ossigeno medicinale per la terapia domiciliare è generalmente disponibile in due formulazioni: bombole di ossigeno gassoso, di varie dimensioni, o contenitori di ossigeno criogenico (detto anche ossigeno liquido), che permette di conservare all’interno di un contenitore una maggiore quantità di ossigeno. Si calcola che in media un contenitore di ossigeno criogenico equivale a circa 8 bombole di ossigeno gassoso.

Normalmente la dispensazione di ossigeno gassoso avviene per il tramite delle farmacie, dietro presentazione di ricetta medica, mentre i contenitori di ossigeno liquido vengono prescritti dallo specialista pneumologo, unicamente per i pazienti affetti da patologie respiratorie croniche, in situazioni che non prevedono l’attivazione della terapia in regime di urgenza e forniti direttamente dalle ASST.

“L’uso del solo ossigeno gassoso era inadeguato al trattamento dei pazienti Covid, sia per la durata delle bombole di ossigeno gassoso (in media circa un giorno, che può ridursi notevolmente nei casi più gravi), sia perché le bombole presenti nel territorio erano troppo poche e non sarebbero state sufficienti per tutti. Per far fronte alla situazione, nel giro di pochi giorni, il 13 marzo è stata autorizzata la prescrizione di contenitori di ossigeno criogenico da parte dei medici di assistenza primaria (MAP) e dei medici di continuità assistenziale (MCA)”, prosegue il dottor Paciello. Non solo. La richiesta di ossigeno terapia domiciliare era tale che nessuna azienda che opera nel settore della produzione e distribuzione di ossigeno poteva, da sola, soddisfarla.

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Volumi di ossigeno consumati a marzo 2019 rispetto a quelli a marzo 2020

Per ottimizzare la consegna dei medicinali ai pazienti, i farmacisti dell’ATS di Bergamo, insieme con Federfarma, in rappresentanza delle farmacie della provincia, e l’Arma dei Carabinieri, hanno alacremente lavorato ad un accordo con tutte le aziende fornitrici di ossigeno liquido disponibili ad operare sul territorio (Gas Tecnici Foligno Srl, Linde Group, Medicair Italia Srl, Medigas Italia Srl, Rivoira Pharma Srl, Sapio Life Srl, Vitalaire Spe e Vivisol Srl).

La provincia è stata così suddivisa in 7 aree, ciascuna servita da una diversa azienda.

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La suddivisione della provincia di Bergamo tra le aziende fornitrici

“Ricevuta la prescrizione medica, la farmacia allertava l’azienda di riferimento in base al domicilio del paziente e l’azienda provvedeva alla consegna del contenitore direttamente nell’abitazione. Questo sistema si è rilevato un successo, tanto che Regione Lombardia ha deciso di estenderlo ed applicarlo all’intero territorio regionale”, spiega Ernesto De Amici, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti Bergamo.

“Inoltre, facendo seguito ad una richiesta di ATS Bergamo e grazie a un nuovo specifico accordo tra l’Agenzia di Tutela della Salute e Federfarma Bergamo, sarà garantita ulteriormente la capillarità delle consegne e la tempestività. L’accordo, una ‘pseudo dpc’ (de facto, una distribuzione diretta con supporto delle farmacie), consentirà di conseguire un miglioramento anche dei costi per il servizio sanitario nazionale in quanto, come Federfarma Bergamo ed in rappresentanza delle farmacie bergamasche, per il periodo legato all’emergenza COVID-19, abbiamo scelto di rinunciare ai margini per i farmacisti per quanto attiene alla distribuzione”, spiega Ferdinando Peschiulli, Presidente delle farmacie rurali associate a Federfarma Bergamo.

“Come ATS Bergamo ringraziamo tutti quanti hanno reso possibile questo vero e proprio miracolo, in particolare Federfarma Bergamo e l’Ordine dei Farmacisti di Bergamo, interlocutori sempre propositivi e attenti a cogliere e riscontrare le esigenze della cittadinanza, e Federchimica-Assogastecnici, nonché l’Arma dei Carabinieri”, conclude il dottor Paciello.

Anche l’uso dell’ossigeno gassoso ha continuato ad avere un ruolo importante: dal primo marzo ad oggi sono state dispensate 5.243 bombole di varie dimensioni, utilizzate per la terapia dei pazienti meno gravi e per fornire il primo supporto in attesa dell’arrivo del liquido. Per essere sicuri di essere sempre coperti è stato stipulato un accordo anche con la Protezione Civile e le Unità Territoriali di Emergenza Sanitaria (UTES) che avevano sempre a disposizione una piccola scorta per i casi di emergenza. Grazie alla collaborazione di tutti si è creato un vero e proprio sistema che ha permesso di far fronte a una importante problematica che l’emergenza Covid aveva innescato.

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