Stare all’aria aperta fa bene. Mai come in questo momento, in cui dobbiamo stare chiusi in casa per ridurre i rischi di contagio del Coronavirus, avvertiamo la mancanza del contatto con la natura e l’ambiente che ci circonda.
È importante per i grandi ma anche e soprattutto per i piccoli che, oltre a divertirsi, negli spazi verdi possono imparare con estrema spontaneità tante nozioni utili. Da queste premesse per il prossimo futuro scaturisce una proposta formulata da Roberta Martinelli dell’associazione Angelman: “Riflettendo su ciò che si potrebbe fare per i bambini quando sarà possibile uscire di casa, pur con delle limitazioni, ho pensato alla scuola all’aperto. Gli asili nel bosco e sul mare hanno dimostrato che ‘si può fare’ e sono un esempio da cui partire”.
In un articolo pubblicato sul magazine “Vita”, Raffaele Losa, già maestro, direttore didattico e ispettore scolastico, ha proposto di realizzare “Scuole del sole” dove bambini e bambine assieme ad educatori, animatori e insegnanti possano formare comunità educativa all’aperto.
Per attuare questo tipo di progetti non bisogna inventare niente – evidenzia Losa: “Basta promuovere e finanziare iniziative che mescolino i classici cre estivi, le colonie marine, le scuole estive e le esperienze scout” e creare “un patto educativo territoriale in cui scuola, famiglie, enti locali, società civile, associazioni del tempo libero e della cultura, costruiscano un continuum coordinato di esperienze e pratiche da offrire ai bambini per ri-tornare alla vita”.
Al centro di progetti come questi c’è lo sviluppo di una “comunità educante”, in cui tutti i soggetti fanno sinergia per crescere insieme, un modus operandi utile non solo in questo periodo segnato dal Coronavirus ma anche in condizioni di normalità.
Applicando misure anti-contagio e puntando sulle lezioni all’aperto in questi giorni nella metà dei Comuni danesi e nel 35% degli istituti di Copenaghen è cominciata una parziale riapertura delle scuole. Gli altri hanno chiesto più tempo per adeguarsi alle misure ma progressivamente seguiranno lo stesso percorso.
I primi a ricominciare sono stati i bambini dei nidi, delle scuole materne e di alcune elementari con diversi accorgimenti: dovranno rispettare le distanze (due metri tra i banchi e un solo alunno per banco), potranno stare in piccoli gruppi per ogni classe e alla pausa tutti dovranno lavarsi le mani. Inoltre, molte attività saranno in plein air e verrà eseguita una sanificazione continua delle superfici interne.
Tutte le scuole primarie saranno comunque aperte entro il 20 aprile, mentre dal 10 maggio toccherà alle medie e ai licei. Vige la previsione di eventuale nuova chiusura, qualora l’emergenza epidemiologica ritornasse ad essere grave ossia aumentassero i contagi.
La Danimarca è il primo Paese europeo ad avviare la ripresa dopo un mese di lockdown partendo dal mondo dell’istruzione. Anche in altre parti d’Europa si lavora per la riapertura delle scuole: il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato un graduale e differenziato avvio da maggio in Francia, in Germania si discute di ricominciare a scaglioni e la Spagna ha elaborato una differenziazione in base alle varie zone del Paese, a seconda della diffusione del contagio.
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