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L'intervista

I macellai di Bergamo: “È stato riscoperto il piacere della spesa nei negozi di vicinato”

Per la categoria la situazione di emergenza da Coronavirus ha aperto nuove possibilità: "Il lavoro è aumentato di molto, dovremo essere bravi a fidelizzare quei clienti che solitamente facevano la spesa al supermercato".

Il settore alimentare è uno dei pochi che durante l’emergenza Coronavirus non ha conosciuto crisi: anzi, la mole di lavoro è aumentata sensibilmente, per la maggiore richiesta dei clienti e per i servizi di consegna a domicilio attivati da moltissimi commercianti.

E così, a bassa voce e con tante virgolette, si possono definire “fortunati”, quantomeno dal punto di vista commerciale: “Carne, pane, frutta e verdura. Riusciamo a reggere il colpo – spiega Ettore Coffetti, presidente del gruppo Macellai di Ascom Bergamo e titolare dell’omonima macelleria storica di Borgo Santa Caterina a Bergamo – E lavoriamo anche di più: mi auguro che nessuno nel nostro campo, per rispetto dei colleghi di altri settori che stanno soffrendo e sono in lacrime, faccia richiesta per avere i sostegni statali”.

Nel dettaglio, i macellai bergamaschi viaggiano tutti sulla stessa lunghezza d’onda e confermano un aumento dell’attività negli ultimi due mesi, cioè da quando la pandemia Coronavirus ha iniziato a farsi sentire con forza sul territorio bergamasco.

ettore coffetti macellai ascom
Ettore Coffetti al lavoro in macelleria

“Il confronto coi colleghi è costante – aggiunge Coffetti – e soprattutto chi è stato in grado di assicurare la consegna a domicilio dice che sta lavorando moltissimo. Si tratta di un servizio apprezzato, che asseconda la richiesta di stare il più possibile a casa e può far arrivare i nostri prodotti anche a chi, invece, non ha proprio la possibilità di uscire”.

Capita anche che in negozio arrivi “gente mai vista”, segnale che il piccolo esercizio di quartiere, in questo periodo, può tornare a giocare un ruolo determinante contro i giganti della grande distribuzione: “I clienti stanno riscoprendo il negozio di vicinato e il piacere di fare due chiacchiere, del consiglio del macellaio – ammette Coffetti – Se sarà una tendenza momentanea non possiamo saperlo, ma credo che qualche consumatore si fidelizzerà se sapremo lavorare bene come stiamo facendo”.

Paradossalmente, dunque, l’emergenza sanitaria potrebbe trasformarsi in un’opportunità per la categoria: “Sicuramente è un’occasione, per farci conoscere da chi è abituato a rivolgersi alle grandi strutture commerciali e per far riscoprire il piacere di fare la spesa nel proprio quartiere. Di macellerie non ne sono rimaste tantissime, ma tutti hanno sempre lavorato bene: soprattutto negli ultimi anni, con la concorrenza sempre più forte dei supermercati, la macellerie si è specializzata ulteriormente, puntando sempre di più sulla qualità, sulla professionalità, sulla modernizzazione della proposta e sui prodotti del nostro territorio. Lo dico sempre: il macellaio è il primo consumatore della sua carne, la porta a casa per i suoi figli, ed è naturale che voglia avere solo carne di ottima qualità”.

La consegna a domicilio, infine, è la novità per molti ma non per tutti: Ettore Coffetti, terza generazione a gestire la macelleria di famiglia, lo fa da 30 anni, dal momento del suo ingresso in negozio a 17 anni.

“Continuo a farlo, anche se mi porta ad essere oberato di lavoro – conclude Coffetti – Ma anche chi fino a poco tempo fa era un po’ restio, oggi si è buttato e si sta ricredendo perchè ha capito che, ancora una volta, è un’opportunità in più. Poi è bello ricevere la chiamata del cliente che ti ordina la carne: è un segnale di fiducia importante, perchè non sta vedendo la merce. Per me è una soddisfazione enorme. Normale che una volta finita l’emergenza le consegne a domicilio caleranno: ma contiamo che nel frattempo saremo stati in grado di fidelizzare una parte di quei clienti che prima preferivano il supermercato”.

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