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Take care

La testimonianza

“Nonostante l’emergenza Covid a Zingonia ho svolto in sicurezza la riabilitazione”

Il signor Ilario, ospite di Habilita Istituto di Neuroriabilitazione ad Alta Complessità di Zingonia da quasi due mesi, racconta la sua esperienza

Il signor Ilario è ospite di Habilita Istituto di Neuroriabilitazione ad Alta Complessità di Zingonia da quasi due mesi. A causa di un problema neurologico, dopo il ricovero in ASST Papa Giovanni XXIII è stato poi indirizzato nella struttura poco prima che esplodesse l’emergenza sanitaria sul nostro territorio. Ha quindi vissuto dall’interno della struttura tutto quello che accadeva al di fuori.

“Qui devo dire che sono organizzatissimi. Per quanto posso dire io la direzione ha fatto un lavoro straordinario. Nonostante l’emergenza Coronavirus ho potuto svolgere in sicurezza la mia attività di riabilitazione. Qui ho ricominciato a muovere le gambe e il braccio che prima non potevo più muovere. Nemmeno io potevo immaginare che sarei riuscito a fare così tanti progressi. Tra poco verrò dimesso, ma proseguirò a fare terapia con questi ragazzi. Voglio ringraziare tutti i medici, gli infermieri, gli oss e i fisioterapisti per il lavoro che hanno fatto con me. Sono giovani, preparati e ben organizzati. Poi è stato bellissimo poter fare una videochiamata con mia moglie e mio figlio. Loro non se l’aspettavano nemmeno: gli abbiamo fatto una sorpresa. Quando hanno risposto al telefono e mi hanno visto in volto loro sono scoppiati a piangere dalla gioia e nemmeno io sono riuscito a trattenere le lacrime per l’emozione”.

Habilita

L’ansia e l’angoscia di parenti che non hanno più notizie dei loro cari una volta che questi vengono ricoverati è purtroppo uno degli aspetti ricorrenti di queste ultime settimane. In Habilita Istituto di Neuroriabilitazione di Zingonia, per garantire la sicurezza e tutelare la salute degli ospiti presenti nei reparti di degenza e del personale presente in struttura, la Direzione Sanitaria ha da tempo bloccato gli accessi dei parenti. Per ovviare a questo distacco fisico, però, è stato attivato un servizio mirato ad aggiornare costantemente le famiglie in merito allo stato di salute dei loro cari ospiti in Istituto, e che permette di realizzare delle videochiamate. La neuropsicologa Nicole Cossolini è incaricata di gestire questo servizio: “Inizialmente ho contattato i parenti dei nostri ospiti per chiedere la loro disponibilità a realizzare delle videochiamate via whatsapp. Ho avuto da parte di tutti un riscontro positivo, anzi direi entusiastico. Quindi ho cominciato a effettuare le videochiamate tra paziente e familiare. Un aspetto molto bello è che alcuni familiari con un po’ più di dimestichezza con la tecnologia aggiungono alla videochiamata anche il figlio che magari vive da un’altra parte: per alcuni pazienti abbiamo fatto delle videochiamate multiple con moglie, figli, nipoti tutti insieme. In altri casi contatto famiglie che in casa hanno il nipotino che può così salutare direttamente il nonno. Per loro sono momenti davvero emozionanti”.

All’interno dell’Istituto sono presenti pazienti con patologie differenti: alcuni hanno un profilo cognitivo alto che gli consente di condurre una comunicazione senza alcun problema. Ci sono poi i casi di pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite per i quali la telefonata ha anche un altro valore. “In questi casi – prosegue la dottoressa Cossolini –, quando i pazienti non sono in grado di rispondere allo stimolo sonoro o non riescono a comunicare dal punto di vista linguistico, nella videochiamata con i familiari interagisco anche io per aiutare la comunicazione. In questi casi le videochiamate sono effettuate con lo scopo di utilizzare l’immagine e la voce del parente come uno stimolo cognitivo. L’assenza di un famigliare o di un caregiver provocata dall’emergenza sanitaria viene sostituita dalla presenza in videochiamata. L’importante è far arrivare al paziente il messaggio che lui non è stato abbandonato. Ad alcuni non è facile spiegare verbalmente il concetto, ma la voce e la visione di un proprio caro trasmette comunque un conforto”.

Attualmente in reparto vengono effettuate circa una trentina di videochiamate. Ci sono poi alcuni pazienti già muniti del proprio smartphone che effettuano le loro videochiamate in autonomia.

La dottoressa Cossolini sottolinea poi la novità della situazione in cui si trova: “Dai normali colloqui con i pazienti e i parenti all’interno della struttura a quelli in videochiamata c’è naturalmente una differenza sostanziale. In queste conversazioni noto come emerga soprattutto l’aspetto umano: nei familiari trovo tantissima comprensione. Certo, vogliono conoscere l’aspetto clinico del loro parente, ma l’attenzione è rivolta soprattutto nel poterlo vedere in volto. E poi i tantissimi ringraziamenti che riceviamo per averli contattati”.

Habilita

Alberto Castelli, uno dei due referenti dei fisioterapisti della sede di Zingonia, spiega anche un altro utilizzo delle videochiamate che viene effettuato. “Abbiamo voluto sperimentare la videochiamata anche come forma di addestramento effettuato con la fisioterapista occupazionale. La nostra specialista ha infatti contattato il familiare del paziente e gli ha mostrato alcuni esercizi utili da fare, fornendo consigli e informazioni utili su come gestire la situazione una volta che il paziente sarà dimesso”.

“Utilizzare la tecnologia in questo modo – conclude il dottor Michelangelo Bartolo, responsabile dell’U.O. di Neuroriabilitazione della sede Habilita di Zingonia – consente di tenere alto il morale dei pazienti ricoverati da noi che stanno proseguendo nel loro percorso di riabilitazione. I benefici di questo servizio, oltre che nei parenti che possono vedere i propri cari in viso, sono evidenti anche negli ospiti dei nostri reparti, entusiasti di poter salutare i figli o i nipoti”.

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