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Federcontribuenti

Coronavirus, la battaglia delle PMI: “Nessuna sospensione per le richieste di rientro da fidi”

La richiesta di rientro del fido bancario è una di quelle mazzate che arrivano agli imprenditori tra capo e collo, mentre sono presi a lottare con le difficoltà di tutti i giorni: per loro nessuna tutela prevista.

Tra le misure ipoteticamente adottate per affrontare la grave crisi economica da covid 19 il governo non ha previsto la sospensione delle richieste di rientro da fidi.

Che cosa fare se la richiesta moratoria finanziamenti non è stata accettata? Risponde lo studio legale della Federcontribuenti, attraverso il suo portavoce avvocato Forcellino: ”lo sconfino per oltre 90 gg può comportare la revoca del fido, l’importo in caso di revoca deve essere rateizzato fermo restando che, il saldo apparentemente a debito e il superamento della linea di credito va accertata con idonea perizia al fine di tutelare lo stesso debitore dalla diretta conseguenza, cioè un decreto ingiuntivo”.

La richiesta di rientro del fido bancario è una di quelle mazzate che arrivano agli imprenditori tra capo e collo, mentre sono presi a lottare con le difficoltà di tutti i giorni: per loro nessuna tutela prevista.

A fine anno 2020 perderemo di PIL -1 % con un recupero sostanziale ma non completo nel 2021. Federcontribuenti: ”nel frattempo si parla di cosa fare e come non si è pensato di ordinare agli istituti finanziari di interrompere le richieste di rientro dai Fidi e iniziano a morire le prime PMI da covid 19”. Nel quadro temporaneo del 19 marzo scorso la Commissione europea legittimava, fino a fine dicembre 2020, 5 tipologie di aiuti di Stato per consentire interventi a sostegno dell’emergenza economica causata dalla pandemia in atto. Che fine hanno fatto questi aiuti?

Lo scoperto di conto corrente è tra le forme di credito a breve termine più onerosa per il debitore. In base agli ultimi bilanci disponibili, soddisfano i requisiti di PMI 140.362 tra società e ditte individuali con un giro d’affari di 871 miliardi e hanno contratto debiti finanziari per 235 miliardi di euro, vale a dire il 29% di tutto il monte di debiti finanziari: ”quante di queste micro imprese, senza un concreto intervento da parte del governo, saranno in grado di fronteggiare la crisi di liquidità?”

Che cosa chiede la Federcontribuenti?

Ad oggi non è concessa la moratoria sui finanziamenti per quelle imprese che, al momento dell’inoltro della comunicazione, hanno posizioni debitorie tipo rate scadute (ossia non pagate o pagate solo parzialmente) da più di 90 giorni. Noi chiediamo di garantire l’accesso alla moratoria a tutte le micro imprese che ne fanno richiesta anche per prestiti, leasing, fidi bancari per tutto l’anno in corso. Occorre anche rendere valido l’ultimo DURC pre pandemia per tutto il 2020; sospendere il pagamento dei contributi previdenziali per tutte le Casse, per tutto il 2020 prevedendo un rientro a partire da gennaio 2021 rateizzato in base alla capacità contributiva.

Intanto Banca d’Italia invita la Commissione sulle banche, che ne discute proprio oggi, a prendere in considerazione un sostegno pubblico per le banche più fragili. Federcontribuenti: ”già ci risulta strano che tale Commissione sia chiamata, oltre che a discutere di aiuti pubblici alle banche anche di misure economiche da adottare per imprese e famiglie per fronteggiare la crisi economica da covd 19 e comunque ci chiediamo, chi butteremo dalla torre?”

Il tema degli aiuti alle banche è contenuta nel dl n. 1 del 2019 – misure di sostegno pubblico in favore di Banca Carige S.p.a. – Cassa di risparmio di Genova e Imperia, per garantire la stabilità finanziaria e assicurare la protezione del risparmio, nel quadro della disciplina europea degli aiuti di Stato al settore bancario.

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