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L'iniziativa

Alan e Nafi hanno cucinato per gli ultimi: “1.500 pasti donati durante la quarantena”

I titolari del One Love Restaurant hanno deciso di svuotare il magazzino consegnando pasti gratuiti alle persone in difficoltà: "Avventura dura, ma bellissima"

“Il primo compito di un cuoco è di dar da mangiare agli affamati. E di affamati, durante questa emergenza sanitaria, abbiamo scoperto che ce ne sono tanti”. Così Alan Foglieni e Nafi Dazari, titolari del One Love Restaurant di Bergamo, hanno deciso, dopo la chiusura imposta dalle restrizioni per contenere il contagio da Covid-19, di svuotare il magazzino del loro locale per liberarsi delle rimanenze cucinando per le persone bisognose.

Nel momento più duro e difficile, dalla metà di marzo in avanti, mentre i bergamaschi soffrivano e morivano, Alan e Nafi spadellavano davanti ai fornelli per sfamare chi non poteva permettersi un pasto decente, gli ultimi degli ultimi.

“Quando abbiamo chiuso il locale, il 9 marzo, io e la mia compagna ci siamo subito chiesti che cosa ne sarebbe stato di tutta la merce che avevamo in magazzino – racconta Alan -. Prima abbiamo aderito, insieme a tanti altri ristoranti della zona, all’iniziativa della ‘Schiscetta solidale’ che ha offerto dei pasti ai sanitari degli ospedali. Poi abbiamo deciso di cucinare per quelle famiglie in difficoltà che durante questa emergenza erano messi ancor più a dura prova”.

One Love Restaurant

La prima a contattare il One Love per ricevere è aiuto è stata una famiglia di Stezzano. Da lì in avanti è stato un susseguirsi di richieste che hanno portati i pasti di Alan e Nafi da Bergamo all’Hinterland e perfino in Val Brembana.

“In tanti ci hanno aiutato donandoci materiale per il trasporto delle vivande e offrendo la loro mano per la consegna del cibo – spiega ancora lo chef -. Gli alpini, alcuni clienti, ma anche un cittadino anonimo di Stezzano, che ci ha regalato 3mila contenitori per i pasti”.

“Abbiamo cucinato circa novanta piatti al giorno fino a Pasqua – continua Foglieni -, per un totale di 1.500 pasti donati a chi ci ha chiesto aiuto. Abbiamo dato tutto: è stata un’avventura dura, ma al tempo stesso bellissima”.

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