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Lo sguardo di beppe

Sono passato dal contagio. E vi dico: se uscite di casa meritate punizioni severissime

È mai possibile che per alcune menti squilibrate, la gioia sia rappresentata solo dall'infrangere le regole e dall'uscire di casa? Ha così poche attrattive la casa di costoro?

Con l’affanno tremendo che comporta la mancanza d’aria, tante, troppe persone ci hanno lasciato per scalare il cielo. E ogni giorno la solita cantilena che annuncia il numero dei contagiati, dei guariti e dei morti ci deprime e ci fa comprendere quanto sia grave la situazione e per quanto tempo ancora questa guerra durerà.

Quelli che la statistica chiama “i deceduti” sono persone, molte delle quali ricche di esperienza maturata durante tanti anni di vita. I nonni sono partiti in massa per orizzonti nuovi, più sereni, da dove comunque veglieranno, con l’attenzione di sempre, su chi è rimasto con l’atroce dolore nel cuore per non averli più visti dopo il ricovero in un ospedale dove, talora, han dovuto cedere la possibilità di vivere a gente più giovane e più in forma.

Crudele legge imposta dalla pandemia per fronteggiare la quale l’Italia non era pronta così come non lo era la sanità, falcidiata da tagli nei budget per far posto ai cosiddetti privati. Bisognerà che si riparli di questo tema e che coloro che sono stati fautori di questo scempio, costato migliaia di morti, di persone sottratte alla vita da un virus partito da lontano, ci spieghino la motivazione di alcune scelte.

S’è atteso che scoppiasse il caos per prendere provvedimenti. Non si son chiuse zone disastrate, Dio solo sa per quali strani e incomprensibili motivi, lasciando al virus la possibilità di bussare alle porte di tantissime famiglie per chiedere, senza possibilità di opposizione, una o più vite di chi dietro quelle porte viveva.

Ora, al di là di ogni polemica che non vuol dire ignorare tutto quanto è accaduto, c’è da augurarsi che questa strage finisca in fretta anche se le prospettive non lasciano intravedere orizzonti vicini.

Gli scienziati hanno ripetuto in continuazione la raccomandazione a stare in casa, e qualora si debba uscire, a mantenere la distanza minima di un metro dalle altre persone, siano esse persone amiche, conosciute o parenti. La mascherina, prima non necessaria, ora diventa un obbligo. Scoperta tardiva.

La maggioranza dei cittadini ha accettato il suggerimento e pur soffrendo lo stato di costrizione, ha scelto di seguire le direttive imposte dal governo centrale e dai governi regionali. Ma una sparuta minoranza di incoscienti, di persone sprovviste di qualsiasi buon senso e dotate di egoismo criminale, ha deciso di soprassedere alle imposizioni impartite. Mettere a rischio la propria vita è una scommessa che può attuare chi vuole rischiarla, ma mettere in gioco la vita degli altri è un reato gravissimo, perseguibile penalmente.

Eppure, nonostante i rischi che comporta l’infrazione di questa regola, c’è ancora chi si crede superiore agli altri cittadini, più furbo, più menefreghista, abituato a credere che la furbizia sia l’arma che risolve tutte le situazioni personali. Ecco perché trovo giusto che il reato commesso da questa gente debba essere severamente sanzionato.

Se provochi la morte o la sofferenza di qualcuno per la tua voglia stupida e insipiente di andare oltre le imposizioni rese necessarie dalla gravità della situazione, devi essere pronto a pagarne le conseguenze. Non devi più frignare o dire che la legge è ingiusta o severa. Sei tu che infrangi e sei tu che devi pagare. Nessuno ha il diritto di mettere a rischio la salute o la vita altrui perché il suo cervello, ipotizzando che ne abbia, ha elaborato un teorema diverso.

Io son passato dal contagio. Ho pagato sulla mia pelle il fatto di essere stato infettato quando ancora ci si poteva incontrare con amici o parenti e garantisco che quanto ho passato non lo auguro a nessuno.

Chiunque può facilmente comprendere che ci si può organizzare una vita decente anche stando in casa. Si possono leggere opere che mai si sono lette, si può studiare qualcosa che la frenetica vita ante-virus non ci ha permesso di studiare, si può apprendere una lingua diversa da quella che abitualmente si parla, si può ristudiare anche la lingua Italiana, massacrata da infiniti e sgrammaticatissimi post che appaiono sui social. Si possono vedere film, iniziare a coltivare hobby ai quali prima non ci si poteva dedicare, insomma si può organizzare un’esistenza che non porti alla disperazione.

È mai possibile che per alcune menti squilibrate, la gioia sia rappresentata solo dall’infrangere le regole e dall’uscire di casa? Ha così poche attrattive la casa di costoro?

Termino augurando a tutti di trovare un buon equilibrio in questa grave situazione che non finirà molto presto. Più si rispetteranno le regole e prima si uscirà dalla trincea assediata da questo nemico invisibile. Quindi, non mettiamo a rischio la nostra e l’altrui vita per spavalderia o per furbizia.

Arriva sempre un giorno nel quale compare la riga con l’uguale che ci presenterà il conto di quanto avremo fatto a noi e agli altri. E se proprio non siete così sensibili da pensare anche al prossimo, pensate egoisticamente anche a voi stessi prima di infrangere questa regola, perché se sarete contagiati, saranno tutte le persone che avrete messo a rischio a sopportare le spese della vostra degenza e delle vostre cure.

A meno che scegliate di volervi gettare volontariamente tra le braccia del Covid-19 per chiudere un’esistenza nella quale l’astuzia ha rappresentato l’unico obiettivo da perseguire, a scapito della vita altrui, scegliete di preservare l’altrui vita perché a qualsiasi età, la vita è sacra.

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