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Coronavirus

Le richieste dei sindaci bergamaschi: “Più protezioni e misure speciali per cittadini e Comuni”

In vista della "fase 2" dell'emergenza i 243 sindaci della provincia scrivono alle alte cariche dello Stato, a Protezione Civile, Regione, Provincia, Prefetto, Anci e Ats.

Urgenti richieste di intervento, per contribuire con spirito costruttivo a una leale collaborazione istituzionale, ma soprattutto a una valutazione e a un confronto sulle misure e sui tempi ritenuti necessari per affrontarli: il Consiglio di rappresentanza dei sindaci della provincia di Bergamo, presieduto da Marcella Messina, scrive alle più alte cariche dello Stato, alla Regione, alla Provincia, alla Protezione Civile, al Prefetto, all’Anci e all’Ats per lavorare insieme sulla cosiddetta “Fase 2” dell’emergenza.

Così le loro proposte sono arrivate fino al presidente Sergio Mattarella e al Premier Giuseppe Conte, ai quali è stata descritta innanzitutto l’iniziativa delle Unità Territoriali per la gestione dell’Emergenza Sociale: “Abbiamo lavorato fin da subito in modo sinergico con Ats di Bergamo per creare un’innovativa rete di sostegno della fragilità sociale – scrivono – Si tratta di affrontare l’enorme flusso di pazienti dimessi dagli ospedali, molti dei quali avranno necessità di ricevere assistenza al proprio domicilio o presso i Servizi del territorio”.  

Poi le richieste: “I rilievi oggi più evidenti e urgenti attengono a diversi ambiti. Un primo livello riguarda la necessità di un puntuale monitoraggio dei soggetti in quarantena e in isolamento fiduciario: da una parte monitoraggio di carattere sanitario, finalizzato a garantire contatti nella fase iniziale di riconoscimento del contagio; dall’altro rispetto ad alcuni soggetti con sintomatologie da Covid-19 in attesa di tampone sarà necessario pensare a condizioni di isolamento extra-familiare, qualora le condizioni abitative rendano più sicuro ed efficace intraprendere tale strada. In caso di permanenza a domicilio è fondamentale che si potenzi un’azione congiunta a livello del territorio, con l’obiettivo di monitorare lo stato di salute e garantire i servizi indispensabili di assistenza, approvvigionamento e sostegno”.

“Sul fronte del territorio – continuano – si sono rilevate nelle scorse settimane criticità per quanto riguarda i servizi socio assistenziali domiciliari. La tipologia di cittadini seguiti attraverso i servizi domiciliari è percentualmente caratterizzata da un elevato numero di persone anziane e fragili, spesso con patologie croniche anche molto complesse. Si è consolidata una stretta e continuativa collaborazione con Ats affinchè vengano monitorate e implementate le seguenti misure: potenziare l’assistenza territoriale incrementando le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, che raggiungono i pazienti a casa prima di un peggioramento della situazione sanitaria; garantire DPI agli operatori; prevedere la possibilità di effettuare tamponi al personale socio-sanitario, al fine di potenziare la sicurezza degli stessi e degli assistiti”.

Il terzo punto è dedicato alla possibile fase 2 di riapertura: “Prevedere una particolare attenzione e protezione per quella fascia di popolazione più fragile perchè anziana, una sorveglianza domiciliare attiva secondo due direttrici: tutelare gli over 65 con patologie pregresse maggiormente a rischio mortalità con Covid-19 cercando di evitarne l’ospedalizzazione, ma anche premunirsi rispetto a possibili patologie di decadimento cognitivo a seguito di quei mancati stimoli intellettivi e sociali propri di una quarantena protratta”.

Dal punto di vista ospedaliero, delle Rsa e dei servizi residenziali per la disabilità, i sindaci bergamaschi hanno evidenziato le forti criticità nel reperire e ripristinare con tempestività i DPI adeguati: “Si ritiene che la necessità d’intervento consista essenzialmente nel: garantire la fornitura continua, in base alle necessità effettive prospettate dalle strutture sanitarie e sociosanitarie, di DPI nonchè delle strumentazioni tecnologiche a bassa soglia agli operatori; assicurare quanto prima l’invio di nuovi medici e personale infermieristico, anche eventualmente attingendo a quello già recentemente reclutato col bando emanato dalla Protezione Civile”.

Un richiamo anche all’ospedale da campo: “Indispensabile rafforzare e coordinare forze, energie e risorse affinchè possa da subito dispiegare tutte le sue potenzialità operando a pieno regime. Servono per questo medici e infermieri e strumentazioni idonee alla cura (come caschi Cpap) e alla protezione del personale sanitario. La piena attività del nuovo presidio ospedaliero potrà del resto garantire il ripristino della normale funzionalità e alta qualità delle prestazioni rese attraverso la riorganizzazione delle strutture ospedaliere bergamasche”.

“Infine – concludono – ci uniamo alle richieste delle imprese, dei lavoratori, delle partite IVA e delle famiglie affinchè vengano predisposte fin da subito misure economiche significative e specifiche per il nostro territorio che più degli altri è stato pesantemente colpito dal dramma pandemico, attuando misure speciali di sostegno e assistenza. E non da ultimo misure vere e concrete a sostegno dei nostri Comuni e dei loro servizi sociali”.

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