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La testimonianza

“La mia esperienza col santone arrestato e quella strana sensazione di buio”

Una donna racconta la sua lunga vicenda con il 50enne arrestato dai carabinieri di Brembate: "Io sono stata fortunata a capire che era meglio tenersi alla larga"

Ha fatto molto clamore nei giorni scorsi la notizia dell’arresto dei carabinieri di Brembate di un presunto santone che avrebbe manipolato adulti, e che è finito in carcere con la pesante accusa di aver abusato durante i suoi riti di due bambini.

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Una nostra lettrice, che preferisce rimanere anonima, ci racconta la sua esperienza con quest’uomo. Una storia, come definisce lei stessa “lunga, complessa e per certi versi è anche molto intima”.

“Lo conobbi molti anni fa. Diceva di essere stato allievo di Jaco Pastorius. Tra le altre cose diceva di avere svariate Lauree, di essere stato per anni (da bambino se non erro) da dei Monaci Shaolin che gli avevano insegnato varie cose incredibili.

Dopo qualche tempo iniziò a parlarmi di occulto. Essendo io una persona curiosa, fu facile per lui iniziare a raccontarmi cose di ogni sorta. Mi parlava di questi esseri che gli davano messaggi a certi orari, di un essere che compariva per parlargli, di poter fare viaggi astrali, di potermi spiare con la mente in ogni momento, di avere dei compiti ricevuti da questi esseri, di dover creare una nuova razza di animale (faceva esperimenti di accoppiamento tra volatili).

Pur avendo dei dubbi lui era molto intelligente, gentile e capace di convincere. Iniziammo a sentirci spesso. A volte la linea risultava “disturbata” (parliamo di telefono fisso) e lui diceva che erano “le forze oscure” che non volevano farci comunicare perché stavamo lottando contro il male e che quindi dovevamo incontrarci di persona.

Iniziò poi a dirmi che io facevo parte di un gruppo di persone che ruotavano intorno a lui. Me ne presentò un paio. Tutte persone fragili o con problemi grossi di salute.

I mesi passavano e io iniziai a sentirmi perennemente in una sorta di “buio”. È una sensazione che non si può spiegare a parole.

Arrivò il giorno in cui mi disse alcune cose davvero troppo assurde e a quel punto mi allontanai.

Ci rivedemmo un pomeriggio di qualche anno dopo e mi disse varie cose, compreso il fatto che quando ebbe un incidente morì… Fu trasportato su un altro pianeta dove 2 alieni gli diedero una serie di compiti e gli dissero di tornare sulla Terra. A quel punto i miei pregressi dubbi presero corpo e sparii.

Passarono anni, lui mi mandava sms che ignoravo. Ogni tanto però mi tornava in mente, perché era comunque un ometto così tranquillo, pensavo che magari stessi avendo io una chiusura mentale nei suoi confronti, ma poi ricordavo questa sensazione di “buio” e lasciavo perdere quei pensieri.

Anni dopo ci sentimmo al telefono e capii che lui continuava a seguire le mie tracce, anche se avevo cambiato città. Mi invitò ad andarlo a trovare in una riunione che faceva con altre persone. Pensai che sarebbe stata la volta buona per togliermi i dubbi.

Partecipai a questa serata, tutti erano seduti in questa stanzina. Le presentazioni furono molto strane, c’era qualcosa di strano nell’aria. Una volta dentro iniziò a dire che “tutti vogliono essere Maestri” e che lui era lì per dimostrare che sbagliavano. A turno faceva fare esperimenti di telecinesi, telepatia e magnetismo a tutti. Lo trovai molto duro con le persone. Arrogante. Ogni tot parlava di Gesù, lo trovai strano.

Notai che la statua della Madonna che c’era in un angolo era una Madonna satanista. I dubbi tornavano.
Lo rividi un’altra volta, accompagnato da diversi adepti, in una situazione surreale. Iniziò a parlare di un piano degli alieni e di teorie assurde. Iniziava a delinearsi che fosse fuori di testa, ma ancora molto credibile per altri. Non gli risposi più al telefono né ad sms.

Mesi dopo, durante un evento pubblico, vidi arrivare tutta la sua “setta”, capitanata da lui. Fu inquietante.

Passarono gli anni e un mio amico mi disse che aveva conosciuto un tizio incredibile, che aveva preso lezioni da Pastorius e via discorrendo: era lui. Scoprimmo che si era creato due profili su Facebook e aveva chiesto amicizia a me con una falsa identità e alle persone più vicine a me con l’altra (con pseudonimo ma con la sua foto vera). Allertai i miei amici.

Concludendo… Io sono stata fortunata a capire che era meglio tenersi alla larga. A ripensare a com’era da ragazzo, sembra assurdo possa essere diventato così, ma qualcosa di strano c’era sempre stato. Un piccolo ometto gentile ma con uno sguardo nero, con un guizzo”.

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