“Ho 60 anni, sopravvivo con 295 euro al mese e vivo in una casa popolare di Bergamo, in via Carnovali, senza riuscire a pagare l’affitto”. Rosangela si presenta così, in tutta la sua fragilità, senza vergogna. Rappresenta in tutto e per tutto uno dei soggetti più deboli della società, quelli che in questa emergenza sanitaria soffrono doppiamente.
La bolletta della luce pagata a marzo ha rappresentato la classica montagna troppo alta da scalare, almeno per quel mese. Così, Rosangela e il figlio si sono ritrovati letteralmente senza la possibilità di poter comprare alimenti e bevande: “Per giorni siamo andati avanti a the, acqua e zucchero. Nulla di più – ci spiega -. È stata durissima, non sapevamo più cosa fare, ma con questa emergenza che stiamo vivendo e con l’obbligo di restare in casa non avevamo molta scelta”.
Poi, su Facebook, una speranza, una luce che illumina il buio più profondo: “Ho trovato un messaggio dove si diceva che qualche cittadino di cuore buono, visto il periodo di epidemia e fame che tanti vivono, si prestava ad aiutare le famiglie con queste difficoltà – racconta Rosangela -. Così ho provato a rispondere, senza farmi illusioni. E invece…”.
Invece l’annuncio non è stato disatteso: “Oggi (martedì 31 marzo) intorno alle 13 ho trovato due cartoni di spesa, pieni di alimenti essenziali per sopravvivere, e una banconota da 20 euro. Per questo ho deciso di raccontare la mia storia e ringraziare pubblicamente Cinzia Taiocchi, la persona che mi ha aiutato”.
leggi anche
“Un grazie di cuore anche al mio medico di famiglia, il dottor Michele Lepore, che nonostante il periodo che sta attraversando e i malati da curare, ha trovato il tempo per aiutarmi a sostenermi essendo invalida e anemica da anni. Oggi – conclude Rosangela – posso veramente dire che da qualche parte nel mondo ci sono persone che danno senza pretendere nulla”.
commenta