Meno di mezz’ora per gli oltre 40 chilometri che separano Lovere da Bergamo. Una domenica pomeriggio all’insegna del… vuoto. Una strada super-trafficata come la statale 42 e poi un tratto di asse interurbano di solito intasato. Rondò che normalmente frenano e rallentano il transito, semafori rossi che formano una coda di veicoli in attesa del verde.
Dalle 15 alle 15.30 abbiamo percorso quella strada che ci sembrava sconosciuta, quell’arteria che parte da un lago, il Sebino, per attraversarne un altro, l’Endine, e poi arriva alla periferia cittadina e quindi sulla superstrada che porta a Milano.
Abbiamo contato gli incontri. A cominciare da quelli proprio belli che danno il senso della giornata di primavera, calda e soleggiata, uno di quei dì di festa che invitato ai picnic, alle gite, alle passeggiate proprio da queste parti: almeno 20 magnolie fiorite. Bellissime.
Poi… quasi basta. Trentanove automobili (39!) in 40 chilometri nei due sensi di marcia. Due camion. Due motociclette. Un trattore con balle di fieno. Due auto dei carabinieri, mentre una terza era ferma a chiudere l’ingresso al lungolago loverese. Quattro persone a piedi, tre col fido cagnolino a passeggio, una da sola: tutti uomini, neanche una donna.
Non c’è bisogno di commentare per dare il senso dell’emergenza, della paura, della voglia di rispettare le regole per frenare il contagio da coronavirus. Basta questa sfilza di incredibili cifre.
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