Perché proprio in Val Seriana, nella Bergamasca, si è così diffuso il virus? È la domanda che molti si pongono.
Alberto Venuto, ingegnere ambientale e già ricercatore all’Università di Trento ha svolto uno studio confrontando i dati del contagio con quelli dell’inquinamento da polveri sottili e l’orografia della Val Seriana.
“Preciso – ammette l’ingegnere – che lo scopo di questo studio non è quello di dimostrare un principio di causa-effetto sostituendosi agli epidemiologi. Ma semplicemente vuole mettere in chiaro, su una base scientifica, tutte le coincidenze (tante) emerse. Saranno i medici a dirci se e quanto lo smog abbia giocato un ruolo”.
Come nasce questo studio ? Quando ha capito che tra l’inquinamento da polveri sottili e contagio di Coronavirus potrebbe esserci un legame ?
“È un’ipotesi, un sospetto che ci sia una correlazione tra l’epidemia di coronavirus e polveri sottili. Lo studio scientifico che ho condotto, confrontando le analisi di dati sanitari e ambientali, ha messo in luce alcune coincidenze che avvalorano questa ipotesi. Ma saranno poi i medici a dirci se in realtà questo rapporto esiste e che importanza abbia avuto. Una correlazione è quella con il tasso di letalità, risulta più alto in tutte quelle città che sono posizionate nei primi posti nelle varie classifiche relative ai dati sull’inquinamento. È ampiamente provato che una prolungata esposizione ad alte concentrazioni di particolato ed altri inquinanti, rende l’organismo più soggetto e vulnerabile nei confronti di varie patologie respiratorie. Non sono stati ancora stati condotti studi specifici per la polmonite da coronavirus, ma l’Istituto Superiore di Sanità ci da già un’importante informazione a riguardo: ovvero il fatto che i fumatori corrono un rischio più che doppio di contrarre una polmonite da coronavirus”.
Che correlazioni scientifiche ci sono tra i capoluoghi di provincia più inquinati e i tassi di contagio ? Ci sono delle corrispondenze ?
“Il secondo dato che abbiamo analizzato è il tasso di contagio, questo è più alto nelle città che a gennaio e febbraio 2020 sono state oggetto dell’emergenza polveri sottili. E’ emerso da diversi studi su altri virus (per esempio sull’aviaria a Taiwan) che il particolato fa da vettore di trasporto del virus, accrescendo la propagazione del contagio.
Nelle città e province con un tasso di contagio più alto, grosso modo tutte in Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte, i dati sulle concentrazioni delle polveri sottili a febbraio segnavano picchi molto alti. Se andiamo a guardare il periodo intercorso tra questi giorni e l’inizio dell’epidemia, questo coincide grosso modo col tempo medio di incubazione del virus. Il confronto è stato fatto anche con le aree metropolitane del centro sud con caratteristiche simili a quelle del nord, per demografia e mobilità delle persone. Qui le curve di contagio hanno l’andamento tipico del contagio persona-persona, in quelle del nord è molto più repentino e anomalo, indice dell’esistenza di un’ulteriore fattore di accelerazione dell’epidemia”.
Perché proprio la Val Seriana è stata così colpita?
“Qui ha giocato un ruolo aggiuntivo la posizione geografica e la morfologia della Val Seriana, che si trova aperta sulla pianura e allo scambio dei venti con essa. La Val Seriana parte dalla pianura di Bergamo, dove ci sono industrie, autostrade, l’aeroporto, una delle zone più inquinate d’Italia. È una valle stretta e lunga dove si innesta un ciclo di venti che di giorno porta l’aria dal fondovalle in su, mentre di notte soffia in senso contrario. Il confronto temporale sui dati di inquinanti tra Bergamo e Nembro, Comune di 11mila abitanti a metà della valle, mostra come in quest’ultimo, durante il giorno, ci siano picchi di concentrazione molto più alti di quanto non avvenga nel fondovalle.
Non solo, essi hanno anche una durata superiore. Quindi, il vento trasporta l’inquinamento e lo accumula nella valle per buona parte della giornata. Quando di notte i venti spirano verso la pianura, c’è bisogno di molte ore perché l’aria torni a purificarsi fino a valori accettabili. Ma complessivamente, nel bilancio delle 24 ore, la concentrazione media di inquinanti nella valle risulterebbe molto più grande di quanto non avvenga in pianura.
Se le ipotesi di prima fossero confermate, questo amplificherebbe la diffusione del virus”.
“Per quanto riguarda la contagiosità, nella provincia di Bergamo, una delle più colpite, si registra ad oggi un caso ogni 129 abitanti, con realtà come la Val Seriana dove si parla di 1 ogni qualche decina. (E molti casi non sono registrati). Io non sono un medico ma un ingegnere ambientale, e lavoro con i numeri. Questi possono dire molto, e le coincidenze sembrano essere talmente tante, che il sospetto di un legame tra inquinamento e Coronavirus appare sempre più chiaro”.
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