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La testimonianza

“Infermieri, dottori, volontari: il loro agire sociale sia la base di quello che ricreeremo”

Il dottor Sergio Gelfi del Policlinico San Pietro: "Con loro si rinnova la speranza e la fiducia in quell'essere umano a volte così caotico, egoista e materiale ma capace ancora di azioni così altruistiche e gratuite"

Al Policlinico San Pietro, ormai da anni, è attivo uno sportello di ascolto curato dal dottor Sergio Gelfi, psicoterapeuta e psiconcologo, aperto gratuitamente a tutti coloro che lavorano all’interno dell’ospedale e richiedano un supporto psicologico per tematiche connesse allo stress lavorativo. Un punto di riferimento che è diventato ancora più importante in questo periodo in cui il Covid-19 sta mettendo a dura prova la tenuta psicologica di medici, infermieri e operatori sanitari impegnati in prima linea per fronteggiare l’emergenza.

“Sono settimane difficili per ogni operatore impegnato in ospedale, a prescindere dal ruolo e dalle mansioni, senza alcuna distinzione. Ci si sente impotenti e vulnerabili di fronte alla malattia; ogni giorno ci si interfaccia con la morte dei pazienti, con la sofferenza dei loro cari ma anche con la speranza della guarigione – conferma il dottor Gelfi -. Ci si interroga sulla corretta gestione di questa emergenza, sulle fragilità e sui punti di forza del nostro sistema di cura, sul senso del nostro lavoro, fino ad arrivare alle ‘domande alte’ che toccano il senso del nostro stile di vita o, della attuale direzione verso cui corre acriticamente la nostra società. E in mezzo a tutto questo, ogni operatore che si accosta al letto delle persone che soffrono facendo quei gesti tecnici e umani che l’assistenza richiede, esprime l’insieme di tutti gli operatori e di tutti i cittadini che sentono l’altrui sofferenza. Quel suo gesto di aiuto è il nostro gesto di aiuto”.

Come psicologo ospedaliero, il dottor Gelfi è impegnato quotidianamente a fornire un sostegno agli operatori impegnati in ‘prima linea’, ma anche a chi è casa perché positivo al virus, attraverso colloqui individuali in live e sui social, momenti di debriefing, tecniche di detraumatizzazione, vademecum comportamentali.

E tra un colloquio e l’altro, oltre alle inevitabili paure, ansie e difficoltà che ognuno di loro – e di noi – sta vivendo in modo diverso, spesso emergono anche risorse inaspettate.

“Coinvolti nelle nostre fatiche, ci stupiamo delle risorse insite nell’essere umano, proprio quelle risorse inespresse che finora dormienti, fioriscono in questi momenti di così grande dolore – spiega il dottore -. E così si vedono infermiere che sono anche mamme, che vestite da astronauti instancabilmente corrono per i reparti, medici affaticati che non arretrano dai loro turni di lavoro, personale ausiliario, tecnici, fisioterapisti e amministrativi che si reinventano procedure e mansioni così da dare il loro contributo, volontari coraggiosi che al gracchiare delle loro radio non esitano a partire con le loro ambulanze”.

“Tutto questo rinnova la speranza e la fiducia in quell’essere umano a volte così caotico, egoista e materiale ma capace ancora di azioni così altruistiche e gratuite. Forse è partendo da questo agire sociale e da questa enorme sofferenza che già da oggi potremmo darci uno spazio individuale e collettivo per ripensare alle nostre scelte e ai nostri valori” conclude il dottor Gelfi.

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