Tra la serata di sabato e la mattinata di domenica, la multinazionale francese Air Liquide ha consegnato all’ospedale da campo della Fiera l’impianto d’ossigeno che alimenterà tutti i letti dei 142 pazienti che vi saranno ospitati.
Era il tassello fondamentale di tutta l’operazione, perchè potenzialmente ognuno dei pazienti potrebbe avere bisogno, contemporaneamente, di avere un sostegno alla respirazione: dalle terapie intensive alle sub-intensive, fino ai pazienti in dimissione dagli altri ospedali.
Un intervento da oltre 330mila euro, sostenuto economicamente dall’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo, grazie alle generose donazioni di privati, imprenditori e amici sponsor che da sempre ne sostengono le attività.
Tutto è stato reso ancor più eccezionale dalla velocità con cui la multinazionale, leader mondiale nella fornitura di gas con 135 filiali in oltre 80 Paesi, è stata in grado di accogliere le richieste, progettare, realizzare e installare l’impianto.
“Lo abbiamo completato in tempi incredibilmente veloci – racconta Matteo Polese, Sales and Marketing Director di Air Liquide Sanità Service – Siamo stati in grado di realizzarlo in meno di una settimana, solitamente ci vogliono due mesi. Poi è stato assemblato direttamente all’ospedale da campo grazie al supporto del nostro personale perchè le operazioni di saldatura devono essere eseguite da tecnici esperti e specializzati”.
A livello tecnico, i progettisti hanno optato per una soluzione diversa da quella dell’unico serbatoio per l’ossigeno: “Alla base dell’impianto ci sono le centrali che erogano il gas medicale – continua Polese – Si tratta di due serbatoi posizionati all’esterno della Fiera, da 26mila e 14mila litri. Sono sempre pieni di ossigeno liquido e attaccati alle tubazioni che alimentano tutti i 142 posti letto”.
Nello stesso istante, quindi, potrebbe esserci un’elevatissima richiesta di ossigeno, anche dai 30 ai 50 litri al minuto, vale a dire almeno il doppio rispetto al flusso di 15 litri al minuto degli impianti tradizionali.
Ma, assicurano da Air Liquide, non c’è alcun pericolo che l’ospedale da campo rimanga senza ossigeno: “Anche questo impianto, come tutti gli altri, è realizzato di una sorta di sistema di ‘backup’: si tratta di ‘pacchetti-bombola’ formati da grosse bombole tutte collegate tra loro, che entrano in funzione automaticamente qualora l’ossigeno del serbatoio dovesse raggiungere livelli scarsi. Un sistema di sicurezza ma la sua attivazione è un’eventualità rarissima, perchè i serbatoi sono monitorati costantemente e vengono riempiti con autocisterne molto prima di arrivare a soglie preoccupanti”.
Come per gli ospedali fissi, poi, anche in quello da campo è stata realizzata una centrale del vuoto, con presa a muro, per l’aspirazione dei liquidi dai polmoni o durante le operazioni.
Quando il periodo di emergenza sarà terminato, i serbatoi e i “pacchi-bombola” faranno rientro ad Air Liqude, che ne mantiene sempre la proprietà, mentre tutta la parte impiantistica, tra tubi e materiale interno alla Fiera, rimarranno a disposizione del territorio bergamasco.
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