Un anno fa, in questi giorni, la fiera di Bergamo si apprestava a ospitare Lilliput, tre giorni di festa e di colori per grandi e piccini. A distanza di dodici mesi il clima qui è del tutto diverso. In meno di dieci giorni un folto gruppo di volontari coordinati dall’associazione alpini hanno trasformato gli interni del polo fieristico di via Lunga in un ospedale da campo pronto ad accogliere i pazienti che stanno lottando contro il Coronavirus.
I posti letto sono 142, 72 dei quali destinati alla terapia intensiva e sub-intensiva, e i restanti a chi sta uscendo dalla fase critica. La struttura, che dovrebbe essere ultimata mercoledì primo aprile, sarà gestita dall’azienda ospedaliera Papa Giovanni in collaborazione con il personale di Emergency, e ci lavoreranno anche i medici arrivati dalla Cina e dalla Russia.
Un’opera resa possibile grazie anche alla solidarietà di tanti bergamaschi, aziende, associazioni e privati, come spiega Carlo Conte di Promoberg, anch’esso impegnato nei lavori: “Qui si vede davvero il grande cuore della gente. Centinaia di persone che hanno messo a disposizione alta professionalità, oppure anche solo la manodopera. Tutto fatto con il cuore.
Impossibile citare tutti, sono troppi. Anche le tante aziende che hanno messo qualcosa non voglio ottenere visibilità, l’hanno fatto solo con l’intento di aiutare il territorio in questo momento difficile”.
Dall’idea al progetto, passando per la realizzazione, sono passate meno di due settimane: “C’è stato un intenso lavoro di progettazione grazie al supporto degli operatori del Papa Giovanni, che si sono resi disponibili fin dall’inizio. Di Ana, l’associazione nazionale Alpini che ha dato una grande mano per rendere l’opera adatta alla struttura della Fiera.
L’ospedale era nato con l’idea di un centro solo di alleggerimento per i presidi del territorio, in realtà invece ha reparti di terapia intensiva e sub intensiva, quindi si affianca a loro nel gestire ogni tipo di paziente”.
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