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Il documento

Bergamo, la maggioranza in Consiglio: “Troppe vittime, chiediamo aiuto a Stato e Regione

"Più tamponi, ricerca anticorpi, potenziamento dell'assistenza domiciliare: per restare vivi"

Alla quinta settimana dall’esplosione dell’epidemia da Covid-19, i cittadini di Bergamo stanno vivendo una situazione ben più grave di quella che emerge dai mass media e dalle statistiche ufficiali. È questa la denuncia dei gruppi consiliari di maggioranza al Comune di Bergamo che, attraverso un documento firmato da Pd, Lista Gori, Patto per Bergamo e APF chiedono misure più incisive accanto a quelle già in essere, che si concentrino soprattutto sul potenziamento dell’assistenza a livello territoriale e su diagnosi e cure a domicilio non appena si manifestino i sintomi del Covid-19.

“I dati evidenziano un moltiplicatore pari a 4 per quanto riguarda i decessi (in rapporto allo stesso periodo dello scorso anno: in città 553 a marzo 2020 contro i 125 del 2019), con  mentre la valutazione più ottimistica prevede un moltiplicatore pari a 10 relativamente ai contagi da Coronavirus rispetto ai dati ufficiali diffusi – si legge nel documento -. Dai dati in nostro possesso nelle RSA bergamasche, la situazione dei decessi è particolarmente grave con incrementi importanti rispetto alle annualità precedenti. Decessi che non rientrano nelle statistiche ufficiali così come le persone che vengono a mancare nella propria abitazione”.

Per far fronte a questa drammatica situazione, occorre in primis “aumentare il numero dei tamponi in modo tale da sottoporre a controllo tutte le persone a rischio e non solo quelle che sono ospedalizzate, così come ha fatto la Regione Veneto, ed effettuare tamponi mirati ai lavoratori per garantirne la sicurezza sui luoghi di lavoro e contenere la diffusione del virus”.

I tamponi effettuati da Regione Lombardia sono ancora troppo pochi: circa 5.000 tamponi al giorno (27 marzo 8147, 28 marzo 6643, 29 marzo 4895, 30 marzo 3659, 31 marzo 3583, in decrescita) a fronte dei 20 mila che ne programma la Regione Veneto. Accanto all’aumento del numero dei tamponi e alla richiesta di strumentazioni di laboratorio per la ricerca di anticorpi nel sangue, i consiglieri di maggioranza chiedono a Regione Lombardia il potenziamento dell’assistenza territoriale, attraverso un maggiore investimento nelle Unità Speciali Continuità Assistenziale (USCA) – attualmente insufficienti – e ad un migliore coordinamento fra territorio e aziende ospedaliere, per anticipare l’inizio della terapia quando il paziente è ancora a domicilio. La scarsità di bombole di ossigeno e la difficoltà di distribuzione è un punto fondamentale da risolvere.

Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con ISS e Protezione Civile, è richiesta “un’attenzione mirata alla nostra città e alla nostra provincia. In particolare: misure economiche di sostegno per il nostro territorio, misure speciali e strumenti idonei per monitorare e testare il contagio ed un potenziamento del persona sanitario, non solo negli ospedali, ma sul territorio, da destinare anche ai soggetti con sintomi Covid-19″.

“È necessario far ripartire, appena possibile, una delle provincie più produttive, che ha dato tanto all’Italia e che vuole essere messa in condizione di tornare a contribuire alla crescita del nostro Paese – concludono -. Con l’Esercito lo Stato è entrato nella nostra città per portare via i morti, noi chiediamo a Stato e Regione un aiuto per salvare i vivi”.

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