Ci sono sindaci bergamaschi, in particolare quelli della Valcavallina, che vorrebbero prolungare la quarantena, vale a dire il periodo in cui le persone colpite dal coronavirus e quelle che sono state a contatto di malati o portatori debbano stare assolutamente isolate.
Tra loro il primo cittadino di Luzzana, Ivan Beluzzi, che ai microfoni di Agorà su Rai3 racconta quanto ha scoperto nel suo paese. “Un nostro concittadino, positivo al primo tampone, è risultato positivo ancora dopo 19 giorni. Per questo temo che la negatività arrivi in tempi più lunghi ed è per questo che la quarantena deve essere allungata”. Una situazione che altri colleghi hanno verificato nella zona.
Ma Beluzzi lancia un altro allarme: “I parenti di persone sintomatiche e positive, che vivono con loro, nonostante la segnalazione non sono state contattate per fare il tampone. Quindi non si sa se hanno contratto il virus anche loro o meno, ragion per cui anche loro dovrebbero stare in isolamento più a lungo”.
Il problema non è certo solo di Luzzana: in Bergamasca i tamponi non si riescono a fare ai tantissimi che sono in contatto con malati o positivi al Covid-19, come spiega l’assessore Raffaele Cattaneo dalla Regione Lombardia. “In Lombardia la strategia adottata è di fare tamponi ai sintomatici. Il motivo è semplice: dove questa epidemia è estremamente diffusa, come in provincia di Bergamo, non c’è la concreta capacità dei laboratori di analizzare i tamponi di tutti i possibili contagiati. C’è un collo di bottiglia, un numero massimo al giorno di possibilità di tamponi da processare”.
Al primo cittadino di Luzzana viene anche spiegato che “il periodo medio di incubazione del virus è di 10-14 giorni, ma abbiamo avuto esperienze fino a 27 giorni”.
Ma questo non è per nulla rassicurante per Beluzzi e per una serie di colleghi della Valcavalina che vorrebbero adottare misure più stringenti: “Mi auguro che ci sia uno sviluppo positivo sui tamponi, qui ci sono persone che pensano di poter uscire tranquillamente dopo due settimane, convinte di essere ormai immuni e non contagiose”.
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