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Coronavirus

Il Pd bergamasco: “Tre azioni indispensabili per gestire l’emergenza”

Carnevali, Martina, Gori, Scandella e Casati: "Monitoraggio della situazione clinica del paziente a domicilio, isolamento intradomiciliare e approvvigionamento dell’ossigeno sono la cura che dobbiamo fare 'a monte' se non vogliamo che 'a valle' prosegua la crescita dei ricoverati in terapia intensiva"

“Nella difficilissima emergenza che continua, anche secondo i dati forniti in queste ore sul numero dei contagi nella nostra provincia, la questione prioritaria che ci poniamo è cosa possiamo fare subito perché le tante persone ammalate e domiciliate non si aggravino al punto di far crescere ancora di più la domanda verso le terapie intensive o verso i bisogni assistenziali sempre più importanti”.

In una nota, gli onorevoli Elena Carnevali e Maurizio Martina, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il consigliere regionale Jacopo Scandella e il segretario provinciale del Pd Davide Casati offrono la loro ‘ricetta’ per gestire al meglio l’emergenza coronavirus.

“Monitoraggio della situazione clinica del paziente a domicilio, isolamento intradomiciliare e approvvigionamento dell’ossigeno terapia sono la cura che dobbiamo fare ‘a monte’ se non vogliamo che ‘a valle’ prosegua la crescita dei ricoverati in terapia intensiva.

Bergamo è stato un esempio per cercare di fronteggiare l’emergenza ossigeno e la raccolta dei contenitori e delle ricariche per l’approvvigionamento domiciliare. Una preziosa collaborazione tra le aziende associate ad Assogastecnica, l’Azienda di Tutela della Salute, la Protezione civile provinciale e l’Arma dei Carabinieri ha implementato un modello che altre province vorrebbero replicare sul territorio ma che risulta tuttavia difficile perché la grande criticità non deriva dalla disponibilità del farmaco ossigeno, ma dalla dotazione di recipienti che nell’attuale contesto – in tempi brevissimi- non è affatto possibile reperire dai fabbricanti.

In questo senso è certamente da segnalare anche la campagna nazionale #vuotanonserve per sollecitare chiunque abbia in casa una o più bombole vuote a riconsegnarle dando tutti i riferimenti utili in tempo reale mediante un link dedicato.

È chiaro a tutti come sia fondamentale garantire ad ogni singolo paziente Covid-19 o in condizioni di dispnea tutte le terapie farmacologiche e la sorveglianza medica attraverso i medici di base e le Unità speciali “mobili” da implementare. Ma solo nella nostra provincia oltre 1200 bombole giornaliere vengono distribuite con un aumento delle quantità sempre più crescente e di difficile gestione.

Per poter sopperire alla crisi di ossigeno che stiamo affrontando, Regione Lombardia ha ricevuto una proposta dall’associazione delle aziende fornitrici per poter concentrare l’utilizzo dell’ossigeno in alcuni HUB territoriali da realizzare anche identificando spazi già “collettati”, alcuni di questi peraltro già identificati.

In provincia di Reggio Emilia, seguendo questo approccio, si stanno già utilizzando 68 strutture per ospitare pazienti per prevenire l’ospedalizzazione o la post dimissione (solo in questo caso simili ai progetti bergamaschi).

Dunque non è per nulla una proposta peregrina. Anzi. Se vogliamo rafforzare subito il sistema territoriale questa ci pare proprio la strada da percorrere”.

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