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Stretta su chi esce di casa senza motivo: rischia una sanzione fino a tremila euro

La sanzione è più salata se il trasgressore è alla guida di un veicolo, ma non c’è alcuna confisca del mezzo

Cambinao i provvedimenti punitivi per chi non rispetta le regole sugli spostamenti previste dal decreto per fermare il contagio Coronavirus. Da oggi non si rischia più condanna penale ma solo la multa, che però diventa ben più salata. Sanzioni da 400 a 3000 euro per coloro che escono di casa senza un valido e giustificato motivo. Rischia fino a 5 anni invece chi, positivo, viola la quarantena.

Chi non rispetta le norme sugli spostamenti non incorre più nelle sanzioni previsti dall’articolo 650 del codice penale, che prevede la detenzione fino a tre mesi e una multa di 208 euro. La sanzione amministrativa diventa più alta. Va da un minimo di 400 a un massimo di 3mila euro.

La sanzione è più salata se il trasgressore è alla guida di un veicolo, ma non c’è alcuna confisca del mezzo.

Nei casi di mancato rispetto delle misure previste per pubblici esercizi o attività produttive o commerciali, si applica altresì la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni.

In caso di reiterata violazione della medesima disposizione la sanzione amministrativa è raddoppiata e quella accessoria è applicata nella misura massima. La violazione intenzionale del divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte a quarantena perché risultate positive al virus è punita, ai sensi dell’articolo 452, primo comma, n. 2, del codice penale, con la reclusione da uno a cinque anni.

Gli esercizi commerciali controllati sono stati 87mila 558, denunciati 103 esercenti e sospesa l’attività di 25 esercizi commerciali. Salgono così 2 milioni 244mila 868 le persone controllate dall’11 al 23 marzo 2020, 102.316 quelle denunciate, 2.348, mentre gli esercizi commerciali controlli sono 1 milione 61mila 357, e 2mila 380 i titolari denunciati.

Fino al 31 luglio, comunque, Regioni e Comuni possono in autonomia modificare le misure emergenziali applicabili previa comunicazione alla Presidenza del Consiglio entro 24 ore dalla delibera. In ogni caso, le eventuali restrizioni previste dalle ordinanze regionali (che possono essere più severe di quelle nazionali) non possono essere in contrasto con i decreti del Governo. Vengono dunque armonizzati i poteri di Governo centrale ed enti locali in relazione alle norme sull’emergenza Coronavirus.

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