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Aveva 86 anni

Grumello piange Mario Turra, fondatore della OMF e fotografo del paese

Il professore Angelo Pagani ricorda l'amico, scomparso domenica, con una serie di episodi legati alla vita dell'uomo e alla loro amicizia

Il professore Angelo Pagani ricorda l’amico Mario Turra di Grumello del Monte, scomparso domenica 22 marzo a 86 anni, con una serie di episodi legati alla vita dell’uomo e alla loro amicizia:

“Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci l’un l’altro, dovremmo godere della felicità del prossimo, non odiarci o diventare indifferenti. L’avidità ci ha resi duri e cinici: pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che tecnologie, ci serve umanità; più che abilità, ci servono bontà e tenerezza. Senza queste cose la vita è violenza e la speranza muore”.

Caro Mario, ti dedico queste parole: non sono tue ma è come se lo fossero. Alla notizia, mi ha preso un senso di smarrimento, di disarmonia, una nota stonata del cuore. Perché, è vero, aveva 86 anni, ma la sua era una giovinezza dell’anima che limitava, nel corpo, la legge del tempo.

Dicendo che era una persona speciale so bene di rischiare la banalità. Ma tutti quelli che l’hanno conosciuto, tutti, indistintamente, sanno che è vero. In lui i valori di lealtà, generosità, coraggio, amicizia, umanità erano stampati nel cuore, come nati con lui e cresciuti insieme, e si connettevano alla vita con la naturalezza di un abbraccio.

Alla vita ha attinto tante gioie: la più grande, la carissima Giusi, meravigliosa compagna che ha condiviso con lui valori, speranze, soddisfazioni, paure, angosce. Poi il lavoro. Aveva un singolare talento per la tecnica e la tecnologia.

Ha fondato un’azienda, la OMF Turra, specializzata nella costruzione di macchine per lo stampaggio di alta precisione della plastica, per decenni una delle eccellenze italiane in questo settore. Inattesa, di colpo, la crisi, fatale per tante piccole imprese cui nemmeno la OMF riesce a sottrarsi: “Per nove mesi il telefono è rimasto muto. Neppure un ordine, una cosa mai vista in oltre cinquant’anni di carriera”.

Ma non si è rassegnato. Ce l’ha messa tutta per evitare il tracollo e salvaguardare il posto di lavoro ai suoi 24 dipendenti. Sono stati giorni, mesi drammatici, superati grazie alla sua indomabile volontà e al sostegno determinante di Giusi che gli ha infuso coraggio e fiducia in sé stesso e nell’avvenire.

Ma non si può parlare Mario senza sottolineare quanto ha fatto per la comunità, per la quale si è speso senza riserve, mettendo a disposizione tempo, denaro, competenza tecnica, passione. Per anni ha fissato sulla pellicola i momenti più alti della vita di Grumello: messe, processioni, il concerto della terza di ottobre e chissà quante altre cose di cui non sono a conoscenza; così, senza mai far pesare nulla, senza chiedere nulla. E quando gli dicevamo grazie (solo questo accettava), sembrava schermirsi, quasi avesse fatto la cosa più naturale del mondo.

Anch’io ho il mio grazie personale da rivolgergli. Tutto nasce nel settembre 2017 quando, con l’amico Tobia, abbiamo pensato di dedicargli una serata nell’ambito del progetto “Dove fiorisce la bellezza”. Faticai a convincerlo. Il suo carattere schivo e riservato non amava le luci della ribalta. Fu una serata indimenticabile, sentito omaggio a un grande grumellese: Amadio Bertocchi gli dedicò una poesia, Adele Belotti due romanze per voce e pianoforte, Tobia la canzone Il vecchio e il bambino, Marina e Mauro degli aforismi. Tra il pubblico, gli occhi di Giusi scintillavano.

Nacque allora l’idea di invitarlo a riprender tutte le nostre serate. Lo faceva con rigore e creatività e con l’entusiasmo di un giovane. Poi, montava il filmato, lo rivedeva infinite volte perché doveva esser  perfetto e ne faceva tante copie da distribuire gratuitamente. Una volta mi azzardai a proporgli un piccolo compenso, fosse pure simbolico. Non mi lasciò nemmeno finire la frase.

Grazie a lui, di quegli incontri non è rimasto soltanto il ricordo. Era così. Chi ha avuto la fortuna di corrispondergli, sa che uno dei valori più saldi della sua vita era l’amicizia. Don Giuseppe Sala, al riguardo, mi ha confidato: “C’era in lui una cosa particolarissima: la capacità di esserti amico. Per me Mario era un grande amico.

Questa è una delle cose più belle che puoi augurare a qualcuno. Io ho avuto questa fortuna. Ogni tanto avevo la possibilità di stare con lui e con Giusi che condivideva questa amicizia. Ti assicuro che erano ore bellissime”.

Queste “ore bellissime” ho avuto la fortuna di viverle anch’io, benché, purtroppo, solo negli ultimi tre anni. Per tutto questo, il tuo addio fa sentire il cuore uno strumento scordato, quasi avesse perso l’anello di congiunzione con l’armonia. Ma so che ci saranno compagni la generosità, il coraggio, la dignità, la fede, lo sguardo libero sugli uomini e sulla vita che lasci come luce sul nostro cammino.

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