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L'intervista

Francesco Patelli, il sogno della moda: “La prima sfilata? A Shangai”

Francesco Patelli, classe 1998, di Torre Boldone ha firmato da pochi mesi un contratto con un grosso gruppo cinese

Francesco Patelli, classe 1998, di Torre Boldone ha un grande sogno: quello di poter mostrare la sua gioia coinvolgente, la sua spontaneità e la sua trasparenza a tutto il mondo. Come farà? Semplicemente attraverso la moda; ha firmato da pochi mesi un contratto con un grosso gruppo cinese e a noi non resta altro che augurargli il meglio!

Cosa fai tu nella vita?

Ora faccio il barista in via San Bernardino, ma il mio sogno più grande è quello di fare il designer. A novembre mi ha contattato un grosso gruppo cinese; ho avuto vari meeting con loro e a fine novembre ho firmato il contratto con questa azienda.

Il nome si può già dire?

Per questioni di privacy devo ancora aspettare, però, posso dire che mi hanno trovato tramite gli hashtag di Instagram che metto sul mio profilo. Era il mio primo giorno di ferie e aprendo la mail a caso e vedo questo messaggio; non avevo capito quanto grande fosse quello che stavo per leggere. Ero felicissimo della loro proposta; sono scoppiato a piangere dalla felicità anche davanti a loro quando ci siamo visti!

La tua linea si chiama “pastrocchio”?

Il tutto è nato da una ragazza che conosco e da un mio amico che hanno iniziato a chiamarmi così. All’inizio ho pensato che fosse un soprannome buffo, poi, però, pensandoci mi è piaciuto un sacco. Da l’idea di qualcosa di divertente, giocoso e ironico; la mia linea parla di giocosità, libertà e di sentirsi sempre bambini. Tenendo conto di questo la mia linea è ispirata anche ad una frase del piccolo principe che dice: “Tutti gli uomini sono stati bambini, ma pochi di loro se lo ricordano”.

È vero che il mondo della moda è solo per pochi?

Sì e no. Sì, per quanto riguarda l’istruzione. Ad esempio, a Milano come università pubblica c’è solo il politecnico; qualsiasi altra scuola di moda è privata e la triennale costa minimo quindicimila euro all’anno. No, perchè se sei determinato quello che vuoi lo riesci ad ottenere, un’altra via la trovi sempre; Questo gruppo cinese non mi ha trovato tramite l’accademia, mi sono fatto conoscere io.

Quali sono i tuoi mentori nel campo della moda?

Dries Van Noten che è uno stilista belga, anche se, negli ultimi mesi ho un debole molto grande per Jean-Charles de Castelbajac; abbiamo due interpretazioni della moda molto simili: una moda giocosa e colorata. Molti associano la moda alla ricchezza; nessuno mette in dubbio la storia, il fatturato e la professionalità di certi marchi come Gucci, ma la moda non è solo questo.

Tu pensi che una linea colorata come la tua possa essere venduta bene anche in Italia dove ci sono grandi maestri che hanno uno stile molto più sobrio come Armani e Trussardi?

Io non voglio gufarmela, però, guardando tutta la linea vedi la spontaneità, vedi quello che sono io. Molto vagamente la mia linea può ricordare quella di Moschino. Io impazzisco per Moschino, a volte fa cose esagerate, però mi piace un sacco la creatività e il coraggio di portare in passerella qualcosa di diverso.

Cosa ti piace della moda?

La moda, come la vita, deve essere vissuta con spontaneità, trasparenza e sincerità. La moda mi permette di andare oltre la creatività. Un’altra emozione che, però, non ho ancora provato, è quella di vedere la mia collezione realizzata; la vedi dopo tanto sacrificio e tanto lavoro. Io alla prima sfilata scoppierò a piangere di gioia.

francesco patelli

Cosa non ti piace del mondo della moda?

Per come l’ho visto io è un mondo un po’ falso e come in tutti gli ambienti non tutto è rose e fiori. Si basa quasi tutto sui contatti e le persone che si conoscono; c’è poca meritocrazia.

Spesso sulle passerelle si vedono modelli e modelle troppo magri per essere sani e senza un sorriso in volto: anche le tue passerelle saranno così?

Io voglio che le mie sfilate siano vere: se ad un modello vien da ridere, che rida! Non mi piace molto che non ci sia spontaneità. I miei valori sono la spontaneità e la sincerità e devono esserci anche sulle mie passerelle. Io non voglio che ci siano ragazzi magrissimi, non mi piacciono e non ne trovo il senso! Quando andavo alle sfilate ed ero nel backstage vedevo le modelle con il mano il telefono che mangiavano mezzo cracker; ci credo che poi non faticano a stare in piedi!

Se ci pensi sei il primo a fare questo ragionamento…

Ci ho pensato anche io! Il punto è che la mia priorità è la passione.

Come ti vedi tra dieci anni?

Fra dieci anni mi vedo a buon punto perchè se hai determinazione riesci ad arrivare ovunque.

Quindi tra qualche anno vedremo le tue passerelle ovunque!

Entro due anni e mezzo spero di fare una passerella a Shangai, adesso dobbiamo aspettare la fine di questa quarantena prima di poter avviare il tutto.

Saluta i lettori di Bgy!

Inseguite i vostri sogni perché nulla è impossibile. Rincorrete i vostri sogni e vivete ogni giorno con felicità. “L’ essenziale è invisibile agli occhi, ma si vede bene solo con il cuore.” Tu vedi con gli occhi, ma le cose belle come i sogni, l’amore, l’amicizia le vedi con il cuore.

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