È previsto all’esame del Consiglio dei ministri di lunedì mattina il decreto che sposterà di almeno due mesi i versamenti in scadenza oggi, 16 marzo 2020.
Le bozze circolate nel fine settimana prevedono un rinvio al 31 maggio in un’unica soluzione, oppure con la possibilità di pagare in 5 rate di uguale importo, dei versamenti previsti nel mese di marzo per i soggetti maggiormente esposti alle misure straordinarie causate dal Coronavirus e per le aziende che nel precedente periodo di imposta hanno conseguito ricavi in misura non superiore a 2 milioni di euro.
Le imprese interessate dal rinvio saranno quindi quelle di minori dimensioni e quelle che rientrano nel seguente elenco: imprese turistico-ricettive, agenzie di viaggio, guide turistiche, associazioni e società sportive, gestori di impianti sportivi, palestre, centri sportivi, piscine, teatri, sale cinematografiche, discoteche, night-club e sale da gioco, gestori di ricevitorie del lotto, lotterie e scommesse; organizzatori di corsi, fiere ed eventi; ristoranti, gelaterie, pasticcerie, bar e pub; musei, biblioteche, archivi, luoghi e monumenti storici; parchi divertimento e tematici; aziende termali; asili nido, servizi educativi e didattici; servizi di trasporto passeggeri e stazioni; servizi di noleggio di mezzi di trasporto, di attrezzature sportive e di strutture o attrezzature per manifestazioni e spettacoli.
Per coloro che non gestiscono una delle suddette attività e ha conseguito nell’ultimo periodo di imposta più di 2 milioni di ricavi, è previsto un differimento tecnico di 4 giorni della scadenza del 16 marzo, che viene quindi spostata al 20 marzo.
È prevista altresì una sospensione di tutti gli adempimenti fiscali in scadenza tra l’8 marzo e il 31 maggio, al 30 giugno 2020.
La misura prevede anche un accesso semplificato agli ammortizzatori sociali, ai congedi e alle indennità per i lavoratori. L’intervento principale e più atteso in questo senso è la possibilità di accedere in modo semplificato alla cassa integrazione.
Saranno previste poi agevolazioni per i genitori dipendenti, lavoratori iscritti alla Gestione separata INPS e autonomi, con previsione di uno specifico congedo o, in alternativa, la possibilità di scegliere la corresponsione di un bonus di 600 euro per l’acquisto di servizi di baby sitting.
Infine, per i soggetti che non potrebbero accedere a specifici istituti di tutela come gli ammortizzatori sociali, per esempio i lavoratori autonomi, dovrebbe essere riconosciuta un’indennità una tantum di 600 euro.
commenta