La Direzione di Evoca, (ex Necta), 1100 dipendenti con sede principale a Valbrembo e altri due siti a Mozzo e Mapello, in una conferenza on line con le Organizzazioni Sindacali ha deciso di proseguire la chiusura e il blocco della produzione fino a domenica 22 marzo.
Evoca è stata la prima a chiudere, tra le grandi fabbriche metalmeccaniche, già lunedì 9 e questa settimana avrebbe riaperto i battenti solo se fosse riuscita a rispettare tutte le norme a tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori.
“Vista la situazione emergenziale – avvisa Simone Frigeni, di Fim Cisl Bergamo – Necta ha deciso di prolungare la chiusura, decisione che apprendiamo con piacere, visto che accoglie quanto da noi richiesto nell’incontro virtuale di venerdì scorso”.
Solo il magazzino di Grassobbio andrà a regime ridotto per le ultime spedizioni.
Agli impiegati verrà chiesto di lavorare in smart working, ma comunque con 2 giorni di stop.
“L’azienda ha comunicato che questa settimana servirà per adottare tutte le misure necessarie per poter programmare la ripresa il giorno 23 marzo – si legge in una nota della RSU – e permettere di lavorare nel rispetto delle regole e comportamenti che dovranno essere garantiti da e per tutti, al fine di evitare situazioni a rischio. Le modalità di copertura delle giornate, verranno valutate nei prossimi giorni, restiamo in attesa di eventuali ammortizzatori sociali qualora venissero autorizzati. Dobbiamo affrontare questa situazione tutti insieme con reale solidarietà e restare uniti e pensare al futuro”.
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