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La protesta

Coronavirus, i bancari: “Non siamo carne da macello, limitiamo filiali e operatività”

I sindacati dei bancari chiedono: "È necessario limitare il numero delle filiali operative, non solo organizzare il personale a turni, in particolare nelle aree a maggiore rischio di contagio, chiudendo quelle non strettamente necessarie alla collettività, e limitare l’operatività all’essenziale".

Il DPCM 11 marzo 2020 prevede ulteriori restrizioni per contrastare la diffusione del virus come richiesto dalla Regione Lombardia, dai comuni lombardi e dalle organizzazioni sindacali.
Viene limitato il potenziale contatto tra le persone attraverso la chiusura delle attività commerciali, della ristorazione e dei servizi alla persona, con una serie di eccezioni per settori vitali quali quello dei trasporti.

Che cosa prevede per i servizi bancari, finanziari e assicurativi? Art. 1, c. 4: “Restano garantiti nel rispetto delle norme igienico-sanitarie”.

“Il braccio di ferro istituzionale che ha anticipato l’emanazione del Decreto è durato diversi giorni ed è stato, evidentemente, oggetto di forti pressioni da parte delle lobby degli industriali e dei banchieri – scrivono in una nota i sindacati di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Uilca Uil Unisin -. In questi giorni abbiamo assistito a interventi organizzativi importanti, con un diffuso utilizzo dello smart working in tempi relativamente brevi, e una riorganizzazione del lavoro nelle filiali e in molti centri direzionali volto a prevenire il contagio, a tutela della salute dei colleghi, dei clienti e di chiunque abbia contatti con questi. Questi sforzi non sono sufficienti”.

“Il momento che stiamo vivendo è assolutamente eccezionale ed emergenziale e richiede interventi straordinari e scelte coraggiose – proseguono i sindacati -. È necessario limitare il numero delle filiali operative, non solo organizzare il personale a turni, in particolare nelle aree a maggiore rischio di contagio, chiudendo quelle non strettamente necessarie alla collettività, e limitare l’operatività all’essenziale. Purtroppo da una parte assistiamo all’irresponsabilità individuale, che spinge diversi clienti a recarsi in filiale per un’operatività differibile e assolutamente non urgente (es: movimentazioni di c/c), dall’altra all’irresponsabilità organizzativa di alcune aziende, che chiedono ai colleghi di fissare appuntamenti in filiale o fanno pressioni per il raggiungimento del budget commerciale”.

“È altresì necessario riconoscere permessi retribuiti al personale, e non solo imporre soluzioni gestionali tradizionali (utilizzo di ferie, banca delle ore, ex-festività, solidarietà, etc) – concludono le sigle sindacali -. Occorre intervenire con scelte anche drastiche adesso, perché l’emergenza è adesso non è possibile attendere oltre! La Lombardia vuole fare tutti gli sforzi possibili per tutelare le persone ed evitare che altre realtà territoriali possano vivere con tanta intensità questa difficile situazione da cui usciremo tutti insieme vincenti, se tutti insieme faremo gli sforzi necessari! Giudichiamo Insufficienti le nuove misure del Governo, che prevedono regole uguali per situazioni significativamente diverse sul territorio nazionale (1500 nuovi casi in un giorno in Lombardia) e che, di fatto, non richiedono al settore dei servizi bancari, finanziari e assicurativi un rafforzamento dei presidi organizzativi a tutela della salute pubblica”.

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