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Champions league

Il Valencia crede nella remuntada, Gasp: “Concentrati, non pensiamo all’andata”

A San Siro 4-1 per i bergamaschi. Il tecnico degli spagnoli Celades: "In casa siamo forti, non servirà un miracolo". Il mister nerazzurro: "Zero sorprese"

“Non credo ci voglia un miracolo per andare avanti, siamo forti in casa”, dice Albert Celades, tecnico del Valencia. E Gasperini: “I ragazzi sono stati fantastici all’andata, ma non festeggio prima della fine e dobbiamo affrontare il Valencia senza pensare al vantaggio dell’andata. Dobbiamo essere concentrati, non voglio sorprese. Zapata titolare? E’ l’unico dubbio che vi lascio…”.

Un po’ di presunzione/spavalderia da una parte, piedi per terra dall’altra. È il gioco delle parti: alla vigilia del ritorno degli ottavi di Champions League tiene banco soprattutto il coronavirus (“qui sembra tutto normale, come essere in Italia un mese fa”, dice Gasp; “non capisco perché si deve giocare a porte chiuse”, fa notare il suo collega spagnolo), ma evidentemente gli stati d’animo sono completamente opposti. Gli spagnoli cercano di mascherare la delusione dell’andata con parole forti, a questo punto per provare a caricare la squadra più che l’ambiente, visto che il Mestalla sarà desolatamente vuoto. Insomma, non sarà una corrida, se si pensa a quanto poteva essere bollente l’atmosfera nel catino di Valencia.

D’altra parte Gasperini, memore degli insegnamenti di Trapattoni, avverte che è meglio ricordare il vecchio detto “non dire gatto finchè non ce l’hai nel sacco”. Anche se Gasp, più che al Trap, si ispira a Galeone, l’allenatore che l’ha fatto esordire da calciatore in Serie A al Pescara e a Lippi che allenava la Juve quando lui era alle giovanili.

E forse è proprio da Galeone che Gasperini ha imparato a costruire una perfetta macchina da gol. Guardiamo anche in questo travagliato campionato (per via delle ultime interruzioni e rinvii) e vediamo che solo una volta, sul campo della Sampdoria, l’Atalanta non ha segnato fuori casa. Ed è la filosofia vincente di un gruppo che non è solo il genio di Gomez e Ilicic o le stoccate di Zapata: “Io vedo che i ragazzi si divertono e per me questo è un grande successo”, spiega Gasp e la sua ricetta funziona perché fa divertire soprattutto chi ‘va all’Atalanta’ e anche in tv i Gaspboys sono in testa agli indici di gradimento. Non ci si annoia mai quando giocano e poi (particolare non secondario) i risultati confortano alla grande il comportamento dei nerazzurri. E pure la classifica, che mantiene l’Atalanta stabilmente in zona Champions, da non credere: ma nell’era Gasp non esistono limiti a questa squadra…

“Andiamo all’Università a imparare”, aveva detto il presidente Antonio Percassi all’inizio dell’avventura in Champions. E dopo l’impresa in Ucraina, “ci siamo presi la laurea”. Ma visto che gli esami non finiscono mai, forse il bello deve ancora venire. L’importante, come dice Gasp, è “essere pronti a tutto, anche in caso di gol subito. Ma dobbiamo fare gol anche noi e difendere bene”. I bergamaschi e non solo loro faranno il tifo da casa davanti alla tv: prima la salute, ciò non toglie che non si possa sognare ancora.

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