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Sindaci, prefettura e controlli

Coronavirus, 997 casi in Bergamasca: il punto sul decreto

Zone di sicurezza, scattano i controlli. I primi cittadini invitano il più possibile a stare a casa: "Situazione seria, serve il contributo di tutti"

Il messaggio è cambiato, radicalmente. Gli stessi che avevano minimizzato, derubricando il Coronavirus a “poco più di una normale influenza”, ora fanno marcia indietro e invitano alla massima prudenza. Gli slogan di molte città accompagnate dall’hashtag #nonsiferma, a distanza di pochi giorni sembrano obsoleti, azzardati.

“Forse alcuni messaggi troppo tranquillizzanti – aveva ammonito il virologo Roberto Burioni – hanno causato un gravissimo danno inducendo tanti cittadini a sottovalutare il problema”. Col senno di poi, nulla di più vero. Tanto da indurre il Governo a stringere le maglie attorno alla Lombardia, la regione più colpita dal virus – 4.189 casi positivi, 997 in Bergamasca a domenica 8 marzo – con un decreto di non immediata interpretazione ma con un messaggio di fondo chiaro: per un po’ occorre cambiare il proprio stile di vita per un bene più grande, quello comune. Occorre evitare gli assembramenti e adottare tutte quelle precauzioni che possono evitare il proliferare del virus; capace in poche settimane di rallentare l’economia e mettere a durissima prova le difese del nostro sistema sanitario.

Appelli al buon senso, nelle ultime ore, sono arrivati in serie da medici, politici, sindaci. Gli stessi alle prese con le domande dei cittadini, alcuni disorientati di fronte alle nuove disposizioni. Perché se alcuni punti del decreto sono chiari (ad esempio che impianti sciistici, centri benessere, discoteche, cinema, musei e scuole sono chiusi) altri vanno senz’altro approfonditi. A partire dall’articolo uno, che dice di “evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori, nonché all’interno dei medesimi, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, ovvero spostamenti per motivi di salute”.

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LE MISURE DEL VIMINALE

Domenica mattina si è riunito in Prefettura a Bergamo il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, che ha visti seduti al tavolo i vertici Ats e delle forze dell’ordine. Le direttive inviate dal Viminale per un’applicazione “unitaria e corretta” del decreto governativo e per l’attivazione dei controlli nelle “aree a contenimento rafforzato” (Lombardia compresa) prevedono che gli spostamenti possano avvenire “solo se motivati da esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute da attestare mediante autodichiarazione”, punibile in caso di dichiarazione non veritiera – anche in seguito a successivi controlli – con l’arresto fino a tre mesi o un’ammenda fino a duecentosei euro. Un divieto assoluto, che non ammette eccezioni, è invece previsto per le persone sottoposte a quarantena o risultate positive al virus.

I controlli sul rispetto delle limitazioni della mobilità avverranno lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture del sistema dei trasporti. Per quanto riguarda la rete autostradale e la viabilità principale, “la polizia stradale procederà ad effettuare i controlli acquisendo le prescritte autodichiarazioni”, mentre Carabinieri e polizie municipali si occuperanno della viabilità ordinaria. Consentita la libera circolazione delle merci.

Controlli sono previsti anche per i passeggeri degli aeroporti: quelli in partenza e in arrivo saranno sottoposti al controllo dell’autocertificazione. Per i voli Schengen ed extra Schengen in partenza, le autocertificazioni saranno richieste unicamente per i residenti nelle aree di sicurezza mentre per quelli in arrivo i passeggeri dovranno motivare lo scopo del viaggio all’atto dell’ingresso. Nelle stazioni dovrebbero anche essere montati anche dei termoscanner, per verificare stato di salute dei viaggiatori.

L’APPELLO DEI SINDACI

Diverse amministrazioni comunali hanno pubblicato sui loro profili social un vademecun con le indicazioni più elementari per vivere in maniera responsabile il paese. Ricordando, ad esempio, che bar e ristoranti saranno aperti solo dalle 6 alle 18, che è possibile andare a fare la spese ma che le attività commerciali dovranno mantenere l’obbligo di distanza di un metro tra le persone, pena la sospensione della licenza. Tutto, però, ruota sempre attorno ad una logica: quella di stare il più possibile a casa.

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Altri sindaci, come quello di Bergamo Giorgio Gori e quello di Nembro Claudio Cancelli, hanno invece scelto un videomessaggio per dispensare consigli e qualche chiarimento. Il primo cittadino di Palafrizzoni ha definito la situazione “molto seria. È tale il numero delle persone ammalate, bisognose di ricovero e di terapia intensiva, che già oggi il sistema sanitario è al collasso. L’unico modo che abbiamo per fermare il virus è evitare che le persone se lo trasmettano una con l’altra. Qualcuno non l’ha capito e continua ad avere comportamenti sciocchi, come chi si è accalcato nelle file agli impianti sciistici in montagna. Adesso lo deve capire, comportamenti irresponsabili non saranno tollerati”.

Alle parole dei sindaci di Bergamo e Nembro si unisce idealmente Camillo Bertocchi, collega di Alzano: insieme sono i tre paesi dove il virus ha contagiato più persone. Nell’ormai consueto messaggio serale alla cittadinanza, ha invitato chiaramente tutti a stare a casa evitando feste ed incontri per qualche settimana. “Non avremo remore nel sanzionare e denunciare chi si renderà responsabile di assembramenti – avvisa Bertocchi -. Potremo uscire da questo incubo solo con l’impegno di tutti, ma per chi ancora non avrà capito, la linea sarà necessariamente dura”.

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