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Bergamo segreta

Porta Osio, storia dell’arco incompiuto dedicato a Napoleone

Nuova tappa della rubrica domenicale di BGY che fa tappa in città

Sant’Alessandro, Sant’Agostino, San Giacomo e San Lorenzo.

Sono questi i nomi delle quattro porte poste lungo il perimetro delle Mura Venete.

Nel corso dei secoli Bergamo ha visto sorgere diverse tipologie di cinte murarie, da quelle romane che presumibilmente proteggevano il centro di Bergomum passando per quelle medievali, senza dimenticarsi delle cosiddette “Muraine” che circondavano i borghi.

Quest’ultime vedevano per esempio la presenza di ben otto accessi che consentivano di entrare in città, alcuni dei quali dipinti come nel caso di Porta Osio.

La struttura, citata per la prima volta negli Statuti del 1353, prende il nome dagli omonimi comuni attraverso i quali transitava la strada che dal centro cittadino portava verso Milano.

L’edificio, decorato nel 1491 da Giovanni Battista Scipioni con un affresco di San Marco, fu a lungo utilizzato come casello daziario dove riscuotere le tasse imposte dalla Repubblica di Venezia, prima che nel 1805 venisse proposta la sua sostituzione con un arco trionfale dedicato a Napoleone.

La delibera venne approvata infatti il 30 aprile dal Consiglio Municipale il quale scelse il progetto dell’architetto austriaco Leopold Pollack che tuttavia rimase nel cassetto sino al 1812 quando si optò per il piano avanzato da Giacomo Quarenghi.

A differenza di quanto proposto in precedenza, l’opera non venne collocata su Porta Osio, ma lungo la strada che portava alla città meneghina, deviando l’alveolo della vicina Roggia Serio.

Nonostante le ottime intenzioni, nel 1819 i lavori non erano ancora conclusi così le autorità bergamasche (passate sotto il dominio austriaco) decisero di demolire quanto realizzato fino a quel momento.

I cambiamenti vissuti nel corso dei secoli e la demolizione nel 1901 delle Muraine hanno scalfito solo in parte l’aspetto di Porta Osio che ancora oggi conserva i due caselli daziari posti all’incrocio fra via Giambattista Moroni e via Palma il Vecchio.

Fonti

Bortolo Belotti: Storia di Bergamo e dei bergamaschi; Bergamo; Bolis; 1989

Umberto Zanetti; Bergamo d’una volta; Bergamo; Il Conventino; 1983

AA.VV.; Le Mura di Bergamo; Bergamo; Azienda Autonoma del Turismo; 1979

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