Massimo Bossetti torna a fasi sentire. Dalla cella del carcere di Bollate in cui è rinchiuso dopo la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, il carpentiere di Mapello ha scritto una lettera per chiedere che vengano effettuate le analisi sui reperti autorizzati dalla Corte lo scorso novembre.
Bossetti teme che quegli stessi reperti possano andare distrutti e che quindi non possano essere effettuati gli accertamenti. La missiva, scritta con l’obiettivo di ottenere la verità sulla morte di Yara, è stata letta nel corso della trasmissione “Iceberg Lombardia” di Telelombardia:
“A fine novembre – le parole di Bossetti –mi sono illuso che le cose stessero andando per il verso giusto, avendo la Corte autorizzato i miei avvocati ad effettuare gli esami sui reperti che anche io ho sempre richiesto.
Purtroppo sono passati oltre tre mesi e non ho ancora avuto nessun tipo di riscontro. Questo perché la Corte non fissa la data per iniziare queste attività. Tutto questo mi procura una serie di preoccupazioni.
La paura è che tutto possa andare distrutto come già avvenuto nel caso di Erba. Purtroppo questa è la mia unica speranza, l’unica per dimostrare la mia innocenza.
Fatemi fare questi esami soprattutto per il rispetto della verità sulla morte della piccola Yara. Vi supplico concedetemi questa opportunità”.
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