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Sordità acuta improvvisa, si può curare con la terapia iperbarica

Il 3 marzo è stata la giornata mondiale dell’udito e dell’orecchio. Tra le patologie che possono colpire l’orecchio c’è l’ipoacusia, vediamo di cosa si tratta e le possibili terapie

Il 3 marzo è stata la giornata mondiale dell’udito e dell’orecchio. Tra le patologie che possono colpire l’orecchio c’è l’ipoacusia o sordità acuta improvvisa, una patologia che viene definita come la riduzione della percezione dell’udito comparsa acutamente, vale a dire entro le ultime 72 ore.

Dal punto di vista clinico l’ipoacusia si manifesta come una riduzione improvvisa della percezione dell’udito e viene accompagnata da una dispercezione dei suoni soprattutto in ambienti molto affollati e può accompagnarsi a sintomi quali l’acufene (ronzio nell’orecchio) e, in alcuni casi, alle vertigini. Viene diagnosticata sulla base di un esame audiometrico tonale eseguito dall’otorinolaringoiatra: qualora si riscontrasse una riduzione della soglia dell’udito di almeno 30 decibel su 3 frequenze acustiche consecutive di tipo neurosensoriale si può porre diagnosi di ipoacusia o sordità acuta improvvisa. A questo punto il paziente viene candidato ad un trattamento di tipo medico rappresentato dalla terapia steroidea, vale a dire una terapia cortisonica per via orale.

Quale sia la diagnosi di questa problematica in maniera specifica non è facile da stabilirsi, nel senso che la grande maggioranza delle forme di ipoacusia neurosensoriale improvvisa viene etichettata come forma di origine idiopatica: ciò significa che non è stata identificata una causa specifica, ma è forte il sospetto clinico che vi sia stata una sofferenza di tipo ischemico, con una riduzione dell’apporto di sangue adeguatamente ossigenato, alle cellule cocleari (cellule dell’orecchio interno deputate alla percezione dell’udito).

Dopo alcuni giorni di terapia cortisonica il paziente ripete il controllo audiometrico e, se il test dimostra la non risposta alla terapia, allora il soggetto è candidabile all’ossigeno terapia iperbarica come terapia di recupero. In termini di diagnostica differenziale è importante che il paziente metta in atto anche un percorso che prevede un controllo strumentale come quello della Risonanza Magnetica Nucleare dell’encefalo per andare ad escludere una serie di patologie organiche che possono giustificare questo quadro sintomatologico.

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È corretto sottolineare l’importanza di un’adeguata educazione anche sul paziente affinché, qualora presentasse i sintomi descritti in precedenza, si rivolga da subito al medico di base. Sarà poi il curante ad effettuare una serie di esami molto semplici come l’otoscopia e un test con il diapason. Qualora avesse il sospetto di trovarsi di fronte ad una forma di riduzione acuta della soglia di udito di tipo neurosensoriale da un lato o da entrambe le orecchie è corretto che faccia partire l’iter del caso con urgenza, indirizzando il paziente verso lo specialista in otorinolaringoiatria.

Il paziente spesso tende a sottovalutare queste problematiche etichettandole come i classici tappi di cerume o come forme passeggere che poi vanno a risolversi, mentre il rischio è che con il passare del tempo il danno si faccia conclamato. Il fattore tempo è un fattore determinante per iniziare la terapia il più precocemente possibile: inizialmente la terapia medica e, qualora non vi fosse risposta, la ossigeno terapia iperbarica.

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