Questa rubrica dedicata agli animali non può ricominciare in un altro modo se non ricordando alcune delle regole stabilite dalla Regione Lombardia per la gestione responsabile dei nostri amici a quattro zampe.
Quest’anno c’è una novità per chi vuole aggiungere alla famiglia un gatto: dal 1 gennaio 2020, infatti, in Lombardia il microchip è obbligatorio anche per i gatti. Una novità stabilita dal Piano regionale integrato della sanità pubblica veterinaria 2020-2023. La misura viene applicata solo per i gatti nati, adottati o comprati dopo questa data. La norma non ha valore retroattivo e saranno i proprietari a decidere se microchippare o no i loro animali già presenti.
Come funziona? Nello stesso modo che per i cani: il veterinario inserisce sotto pelle, tramite una siringa, un piccolo chip e, in seguito, carica i dati nell’anagrafe regionale. In questo modo è possibile identificare l’animale in modo rapido tramite un lettore di microchip.
Perché è importante? Per due motivi: dal punto di vista della santità animale, perché in questo modo è possibile controllare la demografia dei gatti (ricordiamo che l’identificazione dei gatti di colonia avviene già da tempo) e combattere il fenomeno del randagismo felino; dal punto di vista dei proprietari, perché, in caso di smarrimento, incidente o decesso, sarà possibile ritrovare i proprietari.
Ricordiamoci che per i cani la microchippatura era già obbligatoria.
Questo non è l’unico impegno per i detentori di animali da affezione.
Gli animali hanno diritto ad avere un ricovero adeguato e i proprietari sono tenuti ad assicurare la regolare pulizia dell’ambiente di vita, così come a fornire quotidianamente cibo ed acqua pulita.
Per quanto riguarda i ricovero per i cani, ci sono delle normative regionali che stabiliscono le dimensioni minime da rispettare. Nei casi dei cani tenuti all’esterno, è consigliabile che la cuccia sia sopraelevata per evitare l’ingresso di acqua e il passaggio del freddo e protetta da una tettoia per evitare la pioggia, la neve e l’irraggiamento solare eccessivo. Se invece l’animale viene tenuto in un recinto questo deve avere delle misure minime non inferiori a quanto stabilito dal Regolamento Regionale relativo alla tutela degli animali di affezione 13/04/17 n. 2 – Tabella 4. Nel caso dei conigli una gabbia adatta all’animale adulto deve avere come dimensioni minime: 100 cm di lunghezza x 60 cm di larghezza; l’altezza dovrebbe essere tale da permettere al coniglio di stare ritto sui posteriori senza toccare il tetto con le orecchie.
Un altro accorgimento importante che non deve essere trascurato è consentire la quotidiana e adeguata attività motoria e favorire i contatti sociali tipici della specie.
È fondamentale, inoltre, adottare ogni accorgimento utile ad evitare la riproduzione non pianificata; la legge recita che il proprietario o detentore a qualunque titolo di una femmina deve prendersi cura della prole e assicurare un’adeguata collocazione dopo i 60 giorni di vita nel caso dei cani e gatti.
Se non siamo in grado di rispettare queste regole minime, è meglio rinunciare al desiderio di avere un animale a casa. Gli animali non sono peluche: la loro vita è nostra responsabilità.
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