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Il patron di gewiss

Bosatelli: “Non ho venduto, ma riequilibrato la mia posizione in Ubi”

"Per quanto riguarda l’Offerta Pubblica di Scambio su Ubi, non è premiante per Ubi che vedrebbe venir meno la propria realtà e la propria mission" scrive Bosatelli

Il Cavalier del Lavoro Domenico Bosatelli, 85 anni, patron di Gewiss Spa, in una nota spiega la sua posizione e quella della sua famiglia nell’azionariato di Ubi Banca e in particolare nel Patto Car (Comitato Azionisti di Riferimento). 

“In relazione all’Offerta Pubblica di Scambio lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca, ritengo opportuno informare relativamente ai miei comportamenti, a salvaguardia della mia reputazione, e alla mia valutazione dell’operazione – scrive Bosatelli -. In merito alla partecipazione azionaria in Ubi Banca a me riconducibile, è utile precisare che prima della decisione della Holding Polifin di investire sul titolo UBI per un quantitativo pari a 30.000.000 di azioni, già i componenti della mia famiglia avevano investito a titolo personale per un quantitativo complessivo pari a 3.100.000 titoli”.

“Con l’ingresso nel Car (Comitato Azionisti di Riferimento), per effetto delle regole esistenti, le azioni della Holding e della famiglia sono state aggregate, arrivando a sommare in totale 33.100.000 azioni, pari al 2,85% circa del capitale Ubi, in capo a Polifin e famiglia Bosatelli, prima dell’Offerta Pubblica di Scambio – prosegue il patron della Gewiss -. Alla luce degli adempimenti gestionali previsti, la partecipazione della famiglia è stata alleggerita riducendo il numero dei familiari coinvolti (sceso da 5 a 3), con cessione delle relative azioni (1.100.000 titoli) e contemporaneamente, nei tempi tecnici previsti, Polifin ha acquistato 2.000.000 di azioni Ubi. L’operazione è stata completata in data odierna, mercoledì 4 marzo. Dopo tale operazione di riassetto della partecipazione, la Holding Polifin detiene ora 32.000.000 di azioni e la famiglia 2.000.000 di azioni Ubi, per un numero complessivo di 34.000.000 di titoli, pari al 2,97% circa del capitale, al di sotto della soglia del 3% che comporterebbe ulteriori adempimenti”.

L’OFFERTA DI SCAMBIO DI INTESA SAN PAOLO

“Per quanto riguarda l’Offerta Pubblica di Scambio su Ubi, ritengo sia per Intesa Sanpaolo un progetto razionale e positivo nei confronti delle aspettative del mercato, in quanto consolida la competitività della stessa e la sua leadership a livello internazionale, ma non è premiante per Ubi che vedrebbe venir meno la propria realtà e la propria mission – afferma Bosatelli -. Ritengo inoltre l’offerta molto limitata rispetto ai veri valori tangibili e intangibili di Ubi, il cui patrimonio reale supera i 7 miliardi di euro, anche se tale valore non è riconosciuto dalla Borsa in quanto i risultati, seppur buoni, non sono ritenuti sufficienti per la valorizzazione delle azioni. Sono molto fiducioso sul piano industriale presentato di recente dall’Amministratore Delegato dottor Massiah per gli ambiziosi obiettivi programmati che reputo fattibili e che soddisfano la mission di Ubi di contribuire al sistema socio-economico territoriale a sostegno del mondo economico e della gestione del risparmio. Il piano è inoltre molto affidabile per la competenza, la determinazione e lo spirito di squadra di tutta la Governance della Banca, dalla Presidente e dall’Amministratore Delegato ai Consiglieri, ai Dirigenti e a tutti i collaboratori. Ritengo pertanto che, al raggiungimento degli obiettivi del piano, i titoli azionari saranno riconosciuti nei giusti valori e nella relativa remunerazione”.

IL CAR? PIEDISTALLO ALLA GOVERNANCE DI UBI

“Sono particolarmente soddisfatto dell’appartenenza al Car, un gruppo di azionisti di solidità finanziaria e, soprattutto, di competenza strategica ed economica, che faranno da piedistallo alla Governance di Ubi, attraverso le periodiche consultazioni, al fine di raggiungere gli obiettivi pianificati – conclude Bosatelli -. Questa comunicazione, mio malgrado, si è resa necessaria per dare chiarezza alla realtà dei fatti e alla mia visione a medio-lungo termine di investimento nel capitale di Ubi, con riferimento ad alcune pubblicazioni comparse sugli organi di stampa e riconducibili ad alcune insinuazioni palesemente tendenziose, distanti dalla realtà e prive di ogni fondamento etico”.

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