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Al sant’alessandro

Scuole chiuse? Le lezioni in streaming incuriosiscono gli studenti e piacciono

Abbiamo potuto assistere a una videolezione di italiano tenuta dalla professoressa Lorena Fiorendi alla 2^ Liceo scientifico internazionale dell'Opera Sant'Alessandro di Bergamo.

Ragazzi, prendete computer, tablet o smartphone: si va in classe.

In tempo di emergenza, con le scuole chiuse per decreto del Presidente del Consiglio, lo spazio condiviso dagli studenti passa da fisico a virtuale, senza che la didattica ne risenta.

Succede all’Opera Sant’Alessandro di Bergamo dove alunni e professori, con modalità e calendario per forza di cose rivoluzionati, continuano a restare in contatto e proseguire nei programmi, sfruttando i mezzi tecnologici a loro disposizione.

Un investimento che la scuola aveva già fatto da tempo sulla piattaforma “G Suite for Education” di Google, facendosi trovare pronta di fronte all’improvvisa emergenza.

Ma se studenti e insegnanti sono ormai pratici di “Classroom“, che li aiuta nell’organizzazione dei compiti e nella condivisione del materiale didattico, la novità “imposta” dal Coronavirus sono le videolezioni in streaming.

Una di queste, di Italiano, era in programma martedì 3 marzo per gli studenti della 2^ Liceo scientifico internazionale, tenuta dalla professoressa Lorena Fiorendi dalle 12 alle 13.

Puntuali gli studenti si sono connessi tramite “Hangouts Meet” (un altro strumento del pacchetto didattico di Google) e, esattamente come in classe, hanno iniziato con l’appello.

Poche, ma semplici, regole disciplinano la lezione online: microfoni rigorosamente spenti quando parla la professoressa e accesi solo se interpellati, videocamera attiva o no a discrezione dello studente.

Tema della lezione le lettere di Abelardo a Eloisa: dal confronto tra insegnante e studenti sulla vicenda e sull’interpretazione della stessa fino ad alcuni approfondimenti o richieste di delucidazioni alla “prof”, che la sera prima aveva messo a loro disposizione un podcast da ascoltare.

Non la classica lezione frontale, insomma, ma un modo per rimanere al passo e non perdere il filo della didattica durante le settimane di assenza forzata da scuola.

“Il fatto di aver investito a tempo debito sulla piattaforma di Google ci ha permesso di attivare in tempi brevissimi la didattica online in questo periodo di emergenza – spiega Raffaele Severi, docente di Italiano, Storie e Geografia nel Biennio nella secondaria di secondo grado che si sta anche occupando delle questioni tecniche per le lezioni a distanza – Da mercoledì scorso abbiamo iniziato i test con alcune classi pilota, per mettere in moto tutta la procedura, e oggi siamo in grado di garantire il servizio per tutte le classi, secondaria di primo grado inclusa”.

La chiusura degli istituti scolastici per l’Opera Sant’Alessandro è quindi l’occasione più ghiotta per testare lo strumento tecnologico: “Ne approfittiamo per implementare e perfezionare le innovazioni introdotte da circa un anno – continua il professor Severi – L’infrastruttura ci permette di svolgere 4-5 videolezioni contemporaneamente”.

Ma come si svolge la loro giornata scolastica “speciale”? Gli studenti non sono impegnati tutto il giorno, perchè le lezioni in streaming non sono pensate per sostituire in toto quelle tradizionali ma come un prezioso momento di confronto, approfondimento o verifica delle conoscenze apprese studiando sui materiali condivisi online e sui quali i ragazzi lavorano a livello individuale.

“Dipende molto anche dalla materia – sottolinea il docente – Alcuni insegnamenti si prestano meglio per le esercitazioni, altri ti consentono di avanzare col programma. In ogni caso manteniamo il contatto con gli studenti, che da feedback diretti e indiretti ci paiono incuriositi e soddisfatti da questa modalità che sicuramente appartiene di più al loro vivere quotidiano e li mette a loro agio. Hanno dimostrato anche molta voglia di ritrovarsi tra loro, per ora solo online ma col desiderio di farlo presto anche in ambito classe. Un altro grande vantaggio? La disciplina che i ragazzi tengono durante la videolezione e lo abbiamo notato anche nei gruppi un po’ più vivaci”.

Dal momento in cui tutto tornerà alla normalità, inevitabilmente lo strumento della videolezione verrà meno: “Ma l’esperienza è preziosa – conclude Severi – Si è venuto a creare un proficuo scambio tra docente e alunni, diretto, con strumenti facili da utilizzare e immediati. Un punto di partenza dal quale non si tornerà indietro ma che cercheremo di strutturare in modo più preciso e puntuale come avevamo già previsto: l’emergenza ha accelerato questo processo”.

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